La Santa Messa solenne con il Vescovo alle ore 18,00
Restauri moderni – da Wikipedia
Nel corso di tutto il 1800 la cattedrale fu pesantemente rimaneggiata, mutandone le forme ed eliminando in alcuni casi preziose testimonianze dei secoli passati, in altri conservandole. Già nel 1826 il presbiterio venne allungato verso l’aula spostando le balaustre e accorciando l’assemblea e riducendo i posti per i fedeli. Il 22 agosto 1828 cadono calcinacci dalla volta della navata centrale e la struttura inizia a dare segni di cedimento. Grandi crepe iniziano a salvare la muratura ed entro il 1842 il Vescovo Monsignor Lorenzo Biale inizia a lamentare l’inappropriatezza della cattedrale intemelia. Dopo alcuni rappezzamenti principalmente estetici si inizia a progettare un ampliamento, che avrebbe comportato nell’eliminare una fila di colonne e la distruzione totale delle absidi per allungare la chiesa verso sud. Dopo aver considerato persino un totale smantellamento per ricostruire un’enorme chiesa ex novo, per mancanza di fondi ma soprattutto per via delle vocali indignazioni da parte di alcuni storici e archeologi francesi e piemontesi, non se ne fece nulla, e si ripiegò su di un ennesimo restauro estetico, opera dell’impresario Carlo Notari. In questa occasione tutte le antiche pitture murali vennero distrutte, i vetusti capitelli romanici dalle forme bestiali e fantasiose vennero scalpellati e la chiesa completamente affrescata in stile pseudo-barocco. Questi interventi non fecero altro che peggiorare la situazione statica, ed in seguito a ulteriori segni di cedimento la cattedrale venne completamente spogliata di tutti i marmi, gli altari, i paramenti e gli oggetti preziosi, in previsione di un imminente crollo. La chiesa venne abbandonata, e dopo un notevole arco di tempo il rettore del Regio Ginnasio Girolamo Rossi contattò il conte architetto piemontese Edoardo Arborio Mella, che attuò un importante restauro in stile neo romanico nel 1874.
Con l’avvento delle due guerre la struttura della chiesa dava nuovamente segni di cedimento, e nacque l’interesse a riportarla ad un presunto aspetto originale. Pesanti restauri di Nino Lamboglia nel 1967 mutarono ulteriormente l’aspetto della cattedrale questa volta in maniera irreversibile, con lo smontaggio sistematico di ogni sovrastruttura, compresi i marmi cinquecenteschi, tra cui il bellissimo pulpito marmoreo, che venne spostato nella parrocchiale di San Marco Evangelista a Camporosso (IM). Nonostante l’integrità della struttura romanica fosse notevole, in molti punti la pietra dovette essere ricostituita. Dopo due anni di ristrutturazione, nel marzo del 1970 la cattedrale fu riaperta al culto religioso e al pubblico.
Ad oggi la cattedrale resta uno dei luoghi più suggestivi della zona, la luce crea effetti impressionanti passando dalla lanterna della cupola e lungo la navata.