Anche il ponente ligure è stato al Family day rappresentato da una trentina di persone fra le quali anche quattro seminaristi di Bordighera. Partenza a mezzanotte, visto il traffico previsto a Roma a causa del milione di persone attese, tappa ad Imperia per raccogliere altre persone che non hanno trovato posto in uno dei pullman condivisi con Savona. In piena sintonia, tutte le associazioni si sono mobilitate per dire che la lotta per i diritti deve sempre essere per i diritti di tutti a partire dai più deboli. «Non capisco – ci dice una mamma che ha partecipato al Family day – come si possa far passare per progresso una legge che favorirà la compravendita di bambini e lo sfruttamento, da parte di persone ricche, del corpo di donne costrette nella povertà. O anche come si possa pensare che il matrimonio non venga più riconosciuto dallo Stato, nella sua unicità perché dá naturalmente continuità alla vita, ma sia semplicemente il «luogo» dove due si vogliono bene.
Se il matrimonio si fonda sul motto «love is love» chiunque si voglia bene potrà dirsi famiglia e a quel punto tutto e niente lo sarà più. A me pare tutta una pesante regressione, non certo un progresso». «Le sensibilità delle associazioni – ci spiega Zanoni, presidente del Forum delle Associazioni Familiari Ligure, residente nella diocesi di Ventimiglia– Sanremo – sono diverse, e questa è una grande ricchezza. C’è chi è più incline a manifestazioni di piazza e ha contribuito alla realizzazione del Family Day, il cui promotore è il «Comitato difendiamo i nostri figli», chi invece ha lavorato alla stesura di una lettera firmata dal «forum famiglia ligure» e da tutti i forum provinciali, da inviare ai parlamentari eletti in Liguria, chi infine si è maggiormente impegnato nella realizzazione di eventi informativi sul tema». Anche la Consulta delle associazioni laicali ha contribuito a dare informazioni sull’evento.
«Chi crede al Vangelo – ci spiega un altro dei partecipanti al Family Day – sa che tutti devono trovare accoglienza ed amore, in discussione non è il rispetto e la tutela delle persone omosessuali, ci mancherebbe! Ma è questa proposta di legge, che così come è impostata proprio non va bene, crea solo nuove ingiustizie e nuove discriminazioni. Se si uscisse dalle posizioni ideologiche e ci si chiedesse davvero quale sia il bene per il Paese, sono convinto che una soluzione buona la si troverebbe, ma quanti sono i politici che si pongono davvero questa domanda?». Si riporta di seguito la lettera inviata dai Forum liguri delle Associazioni familiari: «Onorevole senatore/deputato, a nome delle famiglie che fanno capo alle 82 associazioni dei Forum liguri delle associazioni familiari, Le chiediamo di rappresentarci in Parlamento, lavorando per una legge che riconosca ai conviventi, laddove necessario, i giusti diritti rispetto ai doveri assunti, ma La preghiamo di non approvare il ddl Cirinnà.
Credo che anche Lei sappia, come lo sappiamo noi, che il disegno di legge Cirinnà, che istituisce le unioni civili e le omologa in tutto al matrimonio, aprirà la strada all’adozione di minori da parte delle coppie dello stesso sesso, alla legalizzazione anche in Italia della fecondazione eterologa per tali coppie e alla maternità surrogata, negando, arbitrariamente e per legge, a molti bambini, il diritto fondamentale ad avere una mamma ed un papà, e favorendo la mercificazione del corpo delle donne. Poiché siamo certi che Lei non desidera tutto questo, Le chiediamo con forza di votare contro il disegno di legge, perché il diritto non perda il suo principale compito, che speriamo Lei condivida: essere la difesa dei deboli dalla prepotenza dei forti. Famiglia e convivenza sono due realtà diverse, con ruoli sociali diversi, che richiedono ciascuna una propria disciplina, a meno che non si voglia contribuire, nella confusione, a creare nuove ingiustizie. Grati per averci fin qui letto e per quanto si sentirà di fare in una prospettiva alta per le nuove generazioni, le auguriamo di continuare a servire il Paese con sapienza e senso dello Stato».