Il 27 marzo 2019, nella sede del Palazzo Roverizio in Sanremo, si è ufficialmente aperto l’Anno Giudiziario del Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Ventimiglia – San Remo. La prolusione inaugurale è stata tenuta da Mons. Erasmo Napolitano, Presidente dell’Associazione Canonistica Italiana e Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Partenopeo e di Appello. Dopo i saluti iniziali del Vescovo Diocesano, Mons. Suetta, il Vicario Giudiziale della Diocesi ha presentato alcuni dati statistici riguardanti le cause di nullità matrimoniale.
Il 2018 ha visto sei cause decise: una attraverso il processo breve, di cui il giudice unico è il Vescovo stesso, e cinque tramite il processo orinario. Di queste due hanno ottenuto parere negativo mentre le restanti quattro hanno visto riconosciuta la nullità del consenso. Tra le cause introdotte nel 2017 e quelle del 2018, le cause pendenti alla fine dell’anno appena trascorso risultano essere 18: la presenza nel territorio diocesano del Tribunale Ecclesiastico con competenza matrimoniale, ha permesso a molti fedeli, di incardinare le loro cause e svolgere le istruttorie in loco, senza necessità di doversi spostare altrove; questo, inoltre, ha permesso un raddoppiamento delle cause introdotte negli anni sopra riferiti, in confronto al precedente regime. Un dato interessante è quello relativo alle percentuali: delle cause introdotte nel 2018 osserviamo come quelle che cadono sotto il can. 1101§2 per esclusione di un bene o di una proprietà essenziale del matrimonio sono circa il 36%, quelle introdotte per incapacità, can. 1095, sono il 54% mentre il restante 10% riguarda il matrimonio celebrato per violenza o timore grave, ex can. 1103.
Un dato che si distacca da quello dell’anno precedente e cioè il 2017 dove le cause per esclusione furono circa il 70% mentre quelle per incapacità risultavano essere il 30%. Quanto alla celerità, i tempi medi della durata delle cause si aggirano intorno ai 12/18 mesi; la difformità tra cause introdotte e cause decise dipende dal naturale avviamento dell’attività del tribunale medesimo le cui istruttorie sono affidate al Vicario Giudiziale ed ai giudici laici. La dilazione di alcune cause è motivata dalle complessità che le caratterizzano.
Terminata la relazione del Vicario, il reverendo ospite ha trattato il tema de “la prova periziale nei casi di incapacità (can. 1095, nn. 1 e 2)”. L’argomento è stato affrontato in cinque punti: la natura della perizia; la necessità o meno di una perizia; la scelta del perito; i quesiti da porre al perito ed infine la valutazione della prova peritale. Mons. Napolitano sottolineava i due principi che reggono tutta la prova peritale nel processo canonico: in primo luogo il perito è degno di fede quando si esprime, secondo i dettami della propria scienza, sullo stato psichico del presunto incapace; secondariamente al Giudice spetta stabilire il peso sulla realtà giuridica del consenso in quanto egli è peritus peritorum. Al termine dell’apprezzata relazione, Mons. Vescovo, Moderatore del Tribunale, ha inaugurato solennemente l’Anno Giudiziario 2019.