Giovedì 13 settembre, presso il seminario diocesano, sono iniziati di lavori del sinodo presbiterale. L’iniziativa voluta dal vescovo Antonio Suetta caratterizzerà il cammino di incontri e formazione per tutto il clero della diocesi con l’idea di comprendere sempre meglio il significato e il valore del ministero ordinato.
E per delineare bene lo stile e le attenzioni spirituali e pastorali che il sinodo dovrà osservare il vescovo ha offerto, dopo l’adorazione eucaristica, una sua meditazione di apertura che completa quando giù da lui richiamato nella lettera pastorale presentata a fine agosto e indirizzata, oltre che al clero, a tutti i fedeli della diocesi perché accompagnino con la preghiera e l’amicizia i loro sacerdoti e il lavoro del sinodo. «Introduco con gioia, con grande attesa e anche con un po’ di trepidazione questo cammino di condivisione e fraternità spirituale, che segnerà i passi del nostro presbiterio diocesano fino alla convivenza del prossimo mese di giugno: essa avrà come degno e significativo compimento la solenne processione eucaristica cittadina nella ricorrenza del Corpus Domini, momento particolarmente intenso ed espressivo del nostro sacerdozio» ha così salutato i presenti Suetta che poi ha delineato il cammino e l’atteggiamento richiesto a tutti per rendere efficace la serie di incontri presbiterali: «La lettera pastorale che ho messo già nelle vostre mani vuole richiamare a noi tutti alcuni aspetti, momenti, atteggiamenti e doveri essenziali della vita sacerdotale affinché essa non si snaturi e non sbiadisca per il sovraccarico di lavoro, per le tentazioni, per le inevitabili delusioni o per l’inquinamento dilagante e pervasivo della mondanità spirituale, spesso denunciata dal Santo Padre Francesco soprattutto all’inizio del suo pontificato. Il nostro percorso sarà scandito dalla tematiche del breve testo «Lievito di fraternità».
E un primo punto da raggiungere è chiaro nelle indicazione che il vescovo da ai suoi sacerdoti: «Primo obiettivo è quello di conoscenza e accoglienza reciproche e dunque non dovrà essere prevalentemente un dibattito in quanto le diverse esperienze non si discutono; successivamente invece, sempre a partire dal vissuto condiviso potremo insieme discutere prospettive e modalità operative del presbiterio finalizzate a rendere migliore la nostra vita sacerdotale e ad affrontare insieme le sfide organizzative e pastorali che ci raggiungono quotidianamente.»
E cuore della meditazione di Suetta è stata l’evocazione di un immagine che invita anzitutto a riconoscere la ricchezza nella diversità, vissuta nella comunione ecclesiale: «Sento la necessità di dirvi come vedo e vivo il mio presbiterio di cui ringrazio il Signore e di cui sono profondamente contento. Lo vedo come un giardino, immagine che innanzitutto evoca bellezza, dono e luogo di autentico riposo: in effetti il presbiterio è la nostra vera ed unica famiglia dove siamo reciprocamente accolti e dove sono i riferimenti essenziali della vita spirituale e della nostra azione pastorale. Un giardino è innanzitutto vario: non può essere una piantagione di un’unica specie, di un’unica età e di contemporaneità nella produzione dei frutti; tale è il nostro presbiterio dove ancora tanti preti ormai anziani sono testimonianza vivace e concreta della storia della nostra chiesa; vi sono preti più giovani, frutto di una cura della vocazioni che non si è mai interrotta; vi sono infine tanti altri sacerdoti provenienti da altre diocesi ed esperienze di vita: essi sono un dono non soltanto per la collaborazione concreta in risposta a tante necessità pastorali, ma anche e soprattutto per concorrere ad allargare lo sguardo alla dimensione universale della chiesa.»
E continuando sull’immagine proposta, Suetta indica il più importante convincimento su cui lavorare: “Il giardino ha bisogno di nutrimento. Nella nostra vita sacerdotale è la Parola di Dio, che dobbiamo far diventare l’unico imprescindibile criterio dei nostri pensieri, parole e azioni e che siamo chiamati ad annunciare nell’insegnamento accompagnato dal dono della nostra vita.”
Il testo integrale della meditazione di mons. Suetta è scaricabile da questo indirizzo