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Arte a Sant’Ampelio – 2

13 Novembre 2017

La vita eremitica ha sempre incuriosito molti, perché si è tentato di intercettare le dinamiche psicologiche che inducono alcuni gruppi di uomini (monaci e monache) a desiderare un genere di vita caratterizzata da solitudine apparente, ma dediti al rispetto di alcune regole fondamentali. Colui che decide di vivere una dimensione particolare è altresì persuaso che si “separa” (il termine “separato” deriva dal termine ebraico qadosh) dal mondo per amore, ma che si intrattiene in una relazione profonda con l’Autore stesso del creato.

Pertanto, alla luce di questa considerazione, potremo tentare di intercettare i fattori riconoscibilità che in alcuni luoghi si fanno più manifesti e che diventano dimora eremitica o anacoretica ideale. Il sentirsi amati consente un abbandono totale: perché la risposta all’Amore è sempre sovrabbondante. Quindi, taluni (uomini) sono disposti a onorare l’unicità della loro affettività con Cristo, in assoluto raccoglimento ed in perfetta solitudine.

Difatti, l’anacoreta, a differenza degli eremiti, si distacca dalla società per vivere in assoluta solitudine e non si dà una regola scritta da rispettare. La scelta del ritiro – o eremo – è commisurata a fattori ambientali che per loro natura caratterizzano un luogo. Per questo motivo, sant’Ampelio preferì la costa ligure di Bordighera, sia per ascoltare i suoni della natura che, alla pari del “Cantico delle Creature”, lodano il loro Creatore, sia perché la costa gli consentiva di intercettare e accogliere eventuali stranieri provenienti dal mare. Non è un caso, infatti, che l’anacoreta possa decidere di farsi strumento di accoglienza, affinché non sia resa vana la possibilità di un annuncio di salvezza ai passeggeri.

La chiesa di Sant’Ampelio è stata concepita secondo la classica tripartizione cosmologica: il cielo è la sede dell’Altissimo, la terra è intrisa dell’umanità e della dimensione creata, mentre la parte più interna – si veda la cavità ipogeica delle catacombe – è un chiaro riferimento all’attesa. Del resto, gli inferi sono stati il primo luogo visitato da Cristo dopo la sua morte, mentre era sepolto. Infatti, secondo la Tradizione da lì sono stati posti in salvo i grandi Re di Israele, i Patriarchi veterotestamentari e tutti coloro che avevano creduto all’amore di Dio. Pertanto, anche la forma di questo sacro edificio, frutto di diverse fasi costruttive, risente di questa triplice divisione.

di Michele Palazzotto

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