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Cultura

Bibbia ed Ecologia

11 Novembre 2018

Quando si parla dei problemi ambientali, è difficile che ci si riferisca a qualcosa di religioso: in questo campo, infatti, è l’approccio scientifico–statistico a prevalere. Ma non è impossibile che anche in quest’ambito si possano trovare nella Sacra Scrittura spunti originali per approcciarsi al problema della salvaguardia dell’ambiente naturale e, magari, utili come base per superare il divario di vedute tra un certo mondo ecologista, scandalizzato dalle parole «andate, soggiogate la terra» (Gen 1,28 ) e quello cattolico, che non accetta la necessità del controllo delle nascite auspicata da chi sostiene che la terra sia un sistema con risorse determinate impossibilitato a sostenere una crescita illimitata della popolazione.

È proprio da questa esigenza che il professor Roberto Cavallo ha preso spunto per scrivere il suo libro, «La Bibbia dell’ecologia», presentato martedì scorso ai «Martedì Letterari» del Casinò di Sanremo.

Erano presenti alla conferenza l’autore, don Ferruccio Bortolotto, vicario episcopale per la carità e la missione della diocesi di Ventimiglia – San Remo e l’assessore all’ecologia e alla cultura del comune di Sanremo, dottor Eugenio Nocita. Il professor Cavallo ha raccontato che il libro è frutto del lavoro di 25 anni, da quando, cioè, da giovane studente universitario della facoltà di agraria dell’Università di Torino, volle tentare di riconciliare il suo essere cattolico con l’amore e la difesa della natura.

Il risultato è stato un lungo periodo di studio della bibbia, soprattutto dell’antico testamento, che gli ha permesso di rintracciare il forte amore presente in esso per il creato, a partire proprio dalla Genesi, dove, oltre al brano già citato – che spesso viene usato per accusare la tradizione cristiana di essere la causa della rovina dell’ambiente – si legge anche «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15).

di Gabriele Bodda

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