L’11 giugno 2015 il Governo francese ha sospeso gli accordi di Schengen e ripristinato i controlli alla frontiera. Tale decisione, rinnovata di 6 mesi in 6 mesi, perdura tuttora e continua a produrre conseguenze molto negative, innanzitutto nei confronti delle persone migranti in viaggio, ma indirettamente anche verso la Città di Ventimiglia.
Al confine è infatti sistematica la richiesta dei documenti, ma solo a chi ha la pelle scura, con il conseguente respingimento e la permanenza in città per uno o più giorni.
Ma tutto ciò in questi anni non ha fermato le persone migranti, le ha portate a rivolgersi ai trafficanti oppure a rischiare la vita per evitare i controlli; purtroppo sono decine le vittime: folgorate sui tetti dei treni, cadute dalle montagne, investite sull’autostrada…
La decisione del Governo francese risulta ancora più “stridente” da quando è iniziata la guerra in Ucraina in quanto ai profughi ucraini è riconosciuto il diritto a muoversi all’interno dell’Unione Europea ed a scegliere in quale paese rifugiarsi.
Una ulteriore conferma dell’illegittimità della sospensione degli accordi di Schengen è venuta il 26 aprile scorso dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, chiamata ad esaminare il ricorso di una persona migrante proveniente dalla Slovenia, costretta a mostrare il passaporto alla frontiera in quanto l’Austria tra il 2015 e il 2017 aveva ripetutamente sospeso la libera circolazione delle persone prevista dalla normativa Shengen.
La Corte di giustizia dell’Unione Europea è intervenuta per ribadire che tale sospensione “non può superare una durata massima totale di sei mesi” salvo eccezioni motivate da ragioni diverse dalle precedenti. “La Corte ricorda che il codice frontiere Schengen pone il principio secondo cui le frontiere tra gli Stati membri possono essere attraversate in qualunque punto senza che siano effettuate verifiche sulle persone, indipendentemente dalla loro nazionalità. Si tratta qui di una delle principali conquiste dell’Unione, ossia la creazione di uno spazio di libera circolazione delle persone, senza frontiere interne. Pertanto, il ripristino del controllo alle frontiere interne dovrebbe costituire un’eccezione e una misura di ultima istanza“.
Certamente il fenomeno migratorio richiede che venga modificato il Regolamento Dublino, ma, nel frattempo, quando ci sarà un intervento risolutivo del Governo italiano nei confronti di quello francese affinché la circolazione delle persone all’interno dell’Unione Europea non venga più ostacolata? Lo chiedo con forza, spinto dalla costatazione dei gravi disagi subiti dai migranti e, ancora una volta, dall’approssimarsi della stagione estiva nonché dal profilarsi di possibili scenari nuovi e critici circa il fenomeno migratorio provocato da guerre, carestia e fattori del genere.
Auspico che, a livello locale, in attesa che le scelte in ambito europeo cambino, si proceda finalmente e speditamente con l’apertura di un nuovo centro di accoglienza per affrontare una situazione assai complessa per i migranti e per il territorio e per riconoscere la dignità delle persone in viaggio.
Ventimiglia, 11 giugno 2022.
✠ Antonio Suetta
Vescovo di Ventimiglia – San Remo