Anche per i “Preti giovani” della Diocesi di Ventimiglia – Sanremo è stato un tempo particolare quello segnato dall’emergenza che tutti abbiamo, seppure in modo diverso, vissuto in questi mesi. Impedita la possibilità di mantenere gli incontri settimanali al Convento del Carmelo di Sanremo e confinati, come tutti i sacerdoti, nelle loro Parrocchie, hanno vissuto questo tempo nella preghiera e nell’ascolto di tutti coloro che, anche solo telefonicamente, hanno cercato una parola di conforto di fronte alla marea montante di una paura generale.
L’incontro dello scorso lunedì, nella ripresa di una normalità ancora in divenire, è stata l’occasione per raccontare l’esperienza vissuta e programmare le future attività. Soprattutto è stato un momento di condivisione fraterna prima intorno alla Mensa eucaristica, dopo nella condivisione della nostra vita ed infine, grazie come sempre al servizio offerto dalle nostre monache, nel delizioso ed abbondante pranzo consumato insieme. Scene di fraternità, si potrebbe dire che, nelle differenze di esperienze e di vedute, fanno sintesi in quel legame che rende i sacerdoti uniti da un vincolo più forte di ogni cosa. Lo stile di questa piccola comunità, raccolta col suo vescovo, è proprio questo e risponde all’invocazione del Salmista: “Quanto è bello e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!”.
Perché proprio dalla fraternità talvolta difficile – secondo il detto proverbiale: vita fraterna massima penitenza – ma voluta e sincera si rafforza il legame costruito attorno a Cristo. Come per tutto il presbiterio diocesano, al quale si ricollega l’esperienza formativa dei giovani preti, nel legame che unisce ai fratelli maggiori nel sacerdozio, anche per noi il tempo dell’incontro diventa occasione di verifica. Capacità di crescere nell’ascolto ed anche nella correzione fraterna che, consolidata attraverso la familiarità, assume il tono bonario di quell’ironia che mai si fa sarcasmo e rispetta l’altro perché lo sente – e lo sa – fratello. Il confronto, la sincerità nell’approccio ai temi affrontati, la docilità ad ascoltarsi sono il segno di un impegno di crescita non facile né scontato. La formazione continua, necessaria per ogni prete, e più ancora per chi inizia il ministero non si realizza solo o soprattutto nell’affrontare i temi legati alla pastorale o all’amministrazione (già appresi nella formazione in Seminario), diventa piuttosto esercizio di ascolto e di confronto che impediscono di chiudersi in quell’atteggiamento pericoloso, vero cancro della vita sacerdotale, che è l’autoreferenzialità.
Tanto più per chi, assorbito dalle difficoltà del ministero appena iniziato, rischia di sentirsi solo di fronte alle situazioni complesse che presenta la realtà parrocchiale. Nel programmare il cammino del prossimo anno, che speriamo meno complicato di questo, abbiamo pensato anche alla possibilità di conoscere le diverse realtà parrocchiali, le case religiose, sia maschili che femminili, presenti in Diocesi. In questa scelta non si realizza solo il desiderio di incontrare persone ed esperienze che aiutino a crescere, quanto la proposta di condividere una vicinanza che diventi fraternità vera. Quello che a volte manca nella nostra vita, e che per tanti sacerdoti si trasforma in penosa solitudine originata da tante e differenti situazioni, è lo stare con Lui e fra di noi, per accompagnarci nei momenti in cui Lo sentiamo lontano.
Lo scopo profondo di questi incontri è infatti costruire una fraternità che permetta di condividere tutta la nostra vita sacerdotale: i momenti di gioia e quelli di stanchezza. Accogliere e accompagnare per aiutare a discernere che sono quando la fraternità sacerdotale è unita, pur nelle inevitabili differenze, diventa possibile superare ogni difficoltà. Vorremmo, e qualche sacerdote lo ha manifestato lo scorso anno, che nascesse un po’ di sana invidia per questo privilegio che viviamo nei nostri “Lunedì al Carmelo”, tanto da diventare – come già accade per alcuni sacerdoti – stimolo a costruire piccoli Cenacoli che alimentino la nostra fraternità così da diventare testimonianza concreta che: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.
Antonio Garibaldi