Il tema assegnato quest’anno per il concorso diocesano dei presepi è “Maria, Giuseppe e il Bambino pellegrini di speranza” in omaggio all’anno giubilare che ha avuto inizio il 24 dicembre con l’apertura della porta Santa in San Pietro. Nell’omelia pronunciata in quell’occasione, Papa Francesco ci ricorda che il Salvatore è la nostra speranza.
La giuria ha dunque valutato gli allestimenti presepiali, consapevole che fosse ben complesso offrire un’altra rappresentazione del soggetto proposto se non quella del Salvatore stesso, in quanto mostrare Gesù che nasce è mostrare l’icona più efficace della Speranza cristiana. D’altronde, la stessa raffigurazione artistica della Speranza (intesa come virtù teologale) è stata spesso risolta in maniera simbolica (ad esempio, ricorrendo all’allegoria di una figura femminile con accanto un’àncora).
Con queste premesse, la giuria ha deciso che il presepe che ha indagato e realizzato in maniera più originale il tema proposto è quello della
Parrocchia Cristo Re , Nervia di Ventimiglia
per la seguente motivazione:
il presepe vuole rappresentare la lunga attesa della Salvezza: Cristo è Colui che Salva e la Salvezza è la Speranza più grande dell’uomo. Nel presepe della parrocchia di Cristo Re ritroviamo l’immagine tradizionale della Sacra famiglia accolta in un’ umile capanna ma accanto ad essa è stata posta l’arca di Noè. Ci vengono offerte così due immagini diverse di Salvezza, i cui protagonisti (Noè e Maria) hanno saputo rispondere con sollecitudine, senza indugio – atteggiamento dei pastori, sottolineato da Papa Francesco nella già citata omelia – alla proposta di salvezza formulata loro dal Signore; due racconti che si intrecciano nel tempo e nella storia, narrando come la nostra speranza attuale nasca dall’ininterrotta relazione d’amore e di alleanza tra Dio e l’uomo.
La presenza dell’arca richiama per assonanza anche l’ attributo Arca dell’Alleanza con cui è invocata Maria (in riferimento all’arca delle tavole della legge) e quelli di Stella di Speranza e Madre della Speranza, capace di orientare il pellegrinaggio terreno di ciascuno di noi, citando l’enciclica Spe salvi (2007) di Benedetto XVI.
Una menzione d’onore va al presepe della Parrocchia di Immacolata Concezione in Bordighera – il più grande realizzato in Diocesi, ricco di sculture in movimento e di ambientazioni, tra cui la riproduzione della città vecchia e del capo Ampelio – ed al presepe più piccolo, quello della parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Aigovo, Molini di Triora: una stella cometa vegetale che avvolge con la sua luce di speranza il mondo intero.
La Giuria desidera elogiare tutte le parrocchie aderenti rimarcando l’alta qualità artigianale con cui sono state realizzate le ambientazioni – talune riproducenti le stesse chiese parrocchiali o scorci del paese -, e ringraziano per la cura e la passione profuse daii numerosi volontari e volontarie, famiglie, catechiste/i, ragazze/i , parroci , parrocchiane/i della nostra diocesi.
Il tempo da loro dedicato a costruire il presepe è tempo dedicato a costruire la propria comunità : questo frutto è già, di per se’, icona di Speranza, soprattutto in quelle piccole realtà – pensiamo alla Valle Argentina, in particolare a Glori, Aigovo, Verdeggia; Montalto e Badalucco , ma anche alla cappella del condominio ex Caserme Gallardi – che attraverso il loro presepe hanno voluto testimoniare la presenza di una comunità viva, numericamente esigua ma partecipe della vita diocesana.
Nei prossimi giorni sul Canale Instagram della Diocesi sarà pubblicata la documentazione fotografica del Concorso 2024