L o scorso weekend a Chianciano Terme si è svolto l’annuale convegno delle presidenze diocesane dal titolo «Un popolo per tutti, riscoprirsi fratelli nella città». Folta la partecipazione delle varie delegazioni diocesane, riunitesi da tutta Italia. La nostra diocesi, la più rappresentata della Liguria, si è mossa con quattro persone. Erano presenti anche l’assistente nazionale, monsignor Gualtiero Sigismondi e gli assistenti dei settori, oltre ai membri della presidenza nazionale ad eccezione di Luca Marcelli, «giustificato» neo papà. I lavori si sono aperti con una breve meditazione di don Fabrizio De Toni, che ha accostato Babele al caos originario, lo stesso caos che troviamo oggi nelle nostre città, contrapposto all’anti Babele, presente negli Atti degli Apostoli, in cui «tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue».
La relazione introduttiva del presidente Matteo Truffelli, ha fatto leva sull’importanza di essere popolo, radicato nella terra degli uomini, «un popolo per tutti». Il titolo, non a caso, è stato tratto direttamente dall’Evangelii gaudium, dove papa Francesco ci ricorda che Gesù, riguardo ai discepoli, «ha scelto di convocarli come popolo e non come esseri isolati. Questo popolo che Dio si è scelto e ha convocato è la Chiesa. Gesù non dice agli Apostoli di formare un gruppo esclusivo, un gruppo di élite. Gesù dice: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19).
Così Truffelli ci ha esortato: «Come in Galilea: «con tutti e per tutti», in contro agli uomini e alle donne del nostro tempo». Il tema proposto si è rivelato molto coinvolgente e articolato in diverse sfaccettature: tante le esperienze condivise e realizzate nelle varie parti d’Italia a dimostrare che il servizio svolto va nella direzione indicata da papa Francesco. Grandiosi gli interventi: su tutti quello di monsignor Zuppi, arcivescovo di Bologna, che con la sua romanità prorompente ha saputo condurre l’uditorio verso la consapevolezza che la Chiesa è missionaria, sempre, perché la missionarietà è la dimensione normale della Chiesa.
Anche i miniconvegni del sabato pomeriggio hanno riscosso molto interesse. La sera sera abbiamo partecipato alla tavola rotonda in ricordo di Antonio Megalizzi, il ventinovenne gravemente ferito alla testa e quarta vittima della strage dell’11 dicembre ai mercatini di Natale di Strasburgo.
La domenica, dopo la Messa, è stato il momento di tirare le fila della giornata e di salutarsi. Con un po’ di commozione, Matteo Truffelli si è accomiatato dall’assemblea ricordando che la fraternità ha il compito di costruire la pace sia nella società civile sia nelle relazioni internazionali e che il nostro è un tempo che ha molto bisogno di recuperare il valore e il significato del sentirsi popolo e del prendersi cura, assieme a tutti gli uomini di buona volontà, dei problemi e delle sfide dei nostri territori e delle nostre comunità.
di VALERIA AMMIRATI