“Una festa di ringraziamento, di adorazione, di espiazione e di contemplazione” così il vescovo Antonio Suetta ha definito la solennità del Corpus Domini, celebrata giovedì scorso.
Nella Basilica Concattedrale di San Siro a Sanremo, si è svolta la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da Suetta, presente anche il vescovo emerito mons. Alberto Careggio, con i sacerdoti e i diaconi della città.
Commentando il racconto evangelico della moltiplicazione dei pani, il vescovo ha sottolineato: “da quell’evento prodigioso, come annota l’evangelista, sono avanzate ben 12 ceste di pane, che Gesù ha affidato ai suoi apostoli, chiedendo loro di custodirle. Quel pane, trasformato nel Corpo di Cristo risorto, giunge fino a noi, perché continuiamo l’opera di saziare la fame degli uomini del nostro tempo. Una fame che non è solo e soprattutto materiale, ma è fame di vera felicità e di significato per la vita. A questa fame Gesù risponde ancora una volta con il dono totale di sé. Per questo siamo chiamati a ringraziare per un dono tanto grande, davanti al quale possiamo adorare e contemplare l’immensità del suo amore per noi, ed espiare per l’indifferenza e le offese di chi lo rifiuta”.
Durante la Messa un seminarista è stato ammesso tra i candidati all’ordine del presbiterato. Si tratta di Filippo Uke, originario del Biafra che vive a Sanremo da alcuni anni. “Il Signore – ha detto Suetta – accolga il tuo ‘eccomi’ per essere un giorno tra i dispensatori della sua grazia e del dono della sua vita, un dono che attraversa i secoli”.
Al termine dell’Eucaristia si è svolta la solenne processione con il Santissimo Sacramento che lungo via Palazzo è giunta fino alla chiesa di Santo Stefano, dove il vescovo ha impartito la benedizione.
Tra le centinaia di fedeli, erano presenti le autorità civili e militari di Sanremo, le confraternite, i volontari di Lourdes, gli scout e altre aggregazioni ecclesiali.
“Custodiamo nel cuore la bellezza di questi momenti – ha detto il Vescovo al termine – e portiamo la benedizione del Signore ai nostri cari, testimoniando l’amore che ci ha redenti e di cui tutti abbiamo fame”.
Alessandro Scaccianoce
Foto di Angelo Freni