I vescovi della regione ecclesiastica ligure hanno pubblicato un documento dal titolo “Migranti, segno di Dio che parla alla Chiesa”. Il testo intende offrire alle comunità cristiane uno spunto di riflessione sul fenomeno dell’immigrazione, come un segno di Dio che parla alla sua Chiesa. Al tempo stesso vuole aprire il confronto con tutti coloro che hanno a cuore il bene della famiglia umana. I vescovi non entrano nel merito della gestione dei flussi migratori, né sul tema dell’emergenza nella gestione degli stessi, ma si concentrano sulla ricerca dello sguardo giusto con cui vedere il fenomeno, lo sguardo della Chiesa che è evangelizzante e concreto: uno sguardo che non si ferma alla paura di fronte all’emergenza o ad una lettura allarmistica. Una visione quella proposta nel documento, più profonda, che chiede di entrare nel merito dei problemi e dei temi, aprendo vie per affrontarne le cause vere, e non solo quelle “raccontate”.
Il documento, sottoscritto dagli otto vescovi della regione ecclesiastica ligure, si articola in trentatre punti, suddivisi in quattro paragrafi: introduzione, lettura del fenomeno delle migrazioni, scelte concrete non più rinviabili, l’impegno richiesto dalla nostra fede. Lo spunto di partenza è il messaggio di Papa Francesco per la 102° Giornata mondiale del migrante e rifugiato, in cui si legge: “La Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d’origine”. Viene poi citato il Vademecum, approvato dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, contenente una serie di indicazioni pratiche per le Diocesi italiane, circa l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia e per la solidarietà con i paesi di provenienza dei migranti.
La consapevolezza è quella di trovarsi di fronte ad un fenomeno di portata globale, dinnanzi al quale la fede richiede un coinvolgimento profondo. Le domande che questi avvenimenti pongono non possono essere eluse. Per questo i vescovi liguri auspicano soluzioni aperte alla collaborazione di tutti, che sappiano coniugare la capacità di accoglienza emergenziale sino al tentativo di incidere sulle cause remote. Il primo passo da cui partire, scrivono nel testo, è quello di un profondo cambio di prospettiva. Il mondo, le culture, le religioni interpellano le nostre Chiese. Come cristiani siamo chiamati ad un radicale atteggiamento di disponibilità all’accoglienza.