Si è svolta venerdì scorso a Sanremo l’annuale veglia di preghiera per l’unità dei cristiani. Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, con i pastori delle chiese Valdese e Luterana, Jonathan Terino e Elisabeth Kruse, con P. Mika K.T. Pajunen, della comunità anglicana, e P. Claudiu Mihai, della chiesa ortodossa rumena, si sono ritrovati insieme nel
tempio della chiesa valdese, affollato da fedeli delle varie chiese e comunità cristiane per invocare dal Signore il dono dell’unità dei credenti.
È stato il vescovo Suetta, successore degli Apostoli, a commentare il brano degli Atti degli apostoli in cui si racconta la tempesta e il naufragio della barca nel viaggio che conduce san Paolo a Roma ( At 27,18-28,10).
“Il viaggio e la tempesta – ha detto mons. Suetta – sono metafora del cammino dei credenti. Anche a noi non è risparmiata la fatica delle burrasche, delle incomprensioni, delle lacerazioni e delle discordie. Ciò che ci salva è la fiducia nell’azione del Signore, nel primato della sua grazia. Ecco perché è importante, nel cammino verso l’unità dei cristiani, tener presente e riscoprire sempre più lo sguardo con cui Dio ci guarda e ci ama. A partire da questo sguardo è possibile guardarci reciprocamente come fratelli e figli dello stesso Padre. Questa è anche la radice della filantropia autentica (termine originale del testo biblico)”.
Un segno ha accompagnato la veglia di preghiera: otto ragazzi hanno condotto dei lunghi remi, simboleggianti ciascuno otto pilastri su cui portare avanti il cammino dell’unità, per remare insieme nel viaggio della storia: riconciliazione, luce, speranza, fiducia, forza, ospitalità, conversione, generosità. Particolarmente suggestiva è stata poi la recita comunitaria del Credo e la preghiera del Padre nostro, a conclusione della veglia.
Nel corso della serata sono stati raccolti dei fondi per realizzare una giostra per bambini da collocare nel parco alle spalle della chiesa ortodossa rumena, accanto alla stazione di Sanremo, come segno del cammino verso l’unità dei credenti di questo territorio.
Alessandro Scaccianoce