Il 28 ottobre si è svolto il primo incontro della seconda annualità di educazione affettiva e sessuale sull’input del discorso ai giovani di Grenoble di Papa Francesco. I primi due interventi sono stati condotti da Silvia e Franco Zanoni, quest’ultimo medico, con master in Bioetica ed entrambi con master di Pastorale Familiare.
Partendo dall’esegesi del racconto biblico di Gn 2, alla luce della teologia del corpo di Giovanni Paolo II, si è indagata la sessualità umana come dimensione donata da Dio all’uomo, che, giocata nella differenza e nella spinta ad essere una carne sola, attua il disegno di Dio che ha creato l’uomo e la donna, nella loro unità, a Sua immagine e somiglianza.
Un dono, quello della sessualità che nasce dal bisogno di non essere solo sul quale Dio agisce con la creazione della donna ed a cui l’uomo risponde comprendendo la propria identità. Tutto ciò nella bene-dizione di Dio, diventa spinta di una spiritualità incarnata che apre la coppia al mistero dell’Altro.
E’ seguito un approfondimento sull’Humana vitae, il contesto storico nel quale è stata scritta ed il ruolo fondamentale ed estremamente difficile e coraggioso, ma anche profetico di Paolo VI, il quale comprendendo in profondità le questioni in gioco ha scritto un’enciclica contestata dalla maggioranza della commissione che aveva lavorato al tema.
Paolo VI aveva infatti ben compreso che la questione fondamentale era la separazione fra la dimensione unitiva della sessualità e quella procreativa e che ciò avrebbe portato conseguente molto gravi con il rischio di disumanizzare la sessualità stessa ed ancora oltre. A cinquant’anni di distanza la sua capacità profetica è evidente, aumento degli aborti, sesso così detto libero e troppo spesso gravemente irresponsabile, sesso violento e femminicidi, il tranumanesimo e la teoria del gender. L’Humanae Vitae resta quindi ancora un faro a cui guardare e che meriterebbe maggiore approfondimento e diffusione ancora oggi, sopratutto nella formazione dei giovani e degli sposi. A conclusione del percorso è intervenuta Cristina Giordano, insegnante del metodo Billings di regolazione, o forse ancora meglio di conoscenza, della fertilità e membro del Consultorio diocesano. Il suo intervento, dopo una veloce panoramica sui diversi metodi naturali attualmente studiati e diffusi nel mondo, interessante la notazione che in Cina ben 3 milioni di persone li utilizzano essendo stati promossi dal Governo per la regolazione della natalità, ha spiegato il funzionamento e l’efficacia del metodo che insegna in diocesi.
Il prossimo incontro sarà il 19 novembre, ex seminario di Bordighera dal titolo “Mamma sono omosessuale, mi vuoi ancora bene?” Con l’associazione AGAPO.