
Il cappellano del Beccaria e i ragazzi della comunità Kayros saranno ospiti il 13 febbraio a Casa Sanremo: «I testi crudi esprimono l’abbandono. Noi cerchiamo un dialogo educativo Sognando l’Ariston»
«Un domani qualche ragazzo della comunità Kayros potrebbe essere in gara a Sanremo. L’anno scorso stava per capitare con Baby Gang, che purtroppo è stato arrestato, per essere poi assolto dopo qualche mese».
Mentre a Sanremo ci si divide sulla presenza in gara di cantanti come Tony Effe e Fedez (mentre Emis Killa ha fatto un passo indietro) e il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi invita i trapper che usano testi violenti o sessisti a una maggiore responsabilità verso i giovanissimi, c’è chi vive il fenomeno in prima persona.
Don Claudio Burgio, cappellano dell’Istituto minorile di Milano “Cesare Beccaria” e fondatore della comunità Kayros, è ancora convinto che non esistano i cattivi ragazzi. Piuttosto esiste un vuoto esistenziale e un deserto emotivo causato dal crollo dei valori che finisce per esprimersi in violenza verbale.