Il 21 e 22 Settembre si è svolto a Taggia, nella splendida cornice dell’ex Convento dei Domenicani, il Week End che l’Azione Cattolica diocesana dedica ai propri formatori. L’Azione Cattolica ha il pregio di essere una realtà associativa internazionale con forti ed evidenti legami con i territori. Sinodalità e missione sono le due gambe del socio di Ac: dalla parrocchietta dispersa nell’entroterra fino alle grandi città, ognuno di noi sa di far parte di una Storia nella quale cammina al fianco di tutti gli altri. Il nostro territorio soffre un po’ il clima di confine, che ci rende spesso crogiolo di periferie: culturale, esistenziale, ecclesiale, organizzativa. Per questo motivo e per far emergere le grandi ricchezze che abbiamo, nel rispondere alle esigenze emergenti dalla nostra realtà locale abbiamo strutturato i week end formativi trovando un equilibrio tra competenze locali ed ospiti chiamati da fuori, momenti dedicati a noi ed incontri aperti a tutti, per un’Ac che fosse “per tutti”. Attenzione all’ambiente, vita di coppia, metodologie con i più piccoli, impegno nel sociale, bellezza del Vangelo: sono solo alcune delle attenzioni formative di quest’anno ed a tutti i relatori va il nostro ringraziamento. Un ringraziamento a parte non può che andare a Graziella Raffa: non solo per cosa ci ha detto, ma per come lo ha fatto. Il Vangelo è innanzitutto e soprattutto una grande gioia: la stessa che abbiamo letto nei suoi occhi e della quale è stato impossibile non partecipare. Il nostro “abitare” oggi ci chiama ad una miriade di piccole conversioni del quotidiano: per essere davvero missionari dobbiamo allenarci a non abitare solamente dei luoghi, ma ogni persona che incroci il nostro cammino. La vera sfida sarà quella di rendere le periferie il centro delle nostre programmazioni: siano esse associative, pastorali, quotidiane. Solo così potremo capovolgere la prospettiva: da abitare qualcuno, ad avere qualcuno che abita con noi e che ci abita; da complemento oggetto dei nostri discorsi, a soggetto delle nostre azioni. L’ultimo grazie va ai membri del Laboratorio della Formazione ed a tutti gli educatori:
“Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto.” (C.M. Martini)
Daniele Stancampiano