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Fra Giorgio Baldassarre, una storia da riscoprire

15 Luglio 2024

Presso Santa Maria degli Angeli in Sanremo

Dopo Cinquant’anni recuperato il Culto a fra’ Giorgio (Baldassarre) Oppezzi, il Beato del Popolo.

Una storia ricca di grazia e devozione che inizia agli albori del millecinquecento, quando il giovane fra’ Baldassarre lascia il convento francescano di Torino alla volta della comunità di Santa Maria degli Angeli in Sanremo.

Purtroppo un male terribile (tubercolosi?) non gli permette di giungere al desiderato soglio dell’Altare e muore appena ventenne al grado di Diacono.

Dopo due anni dalla sepoltura, all’apertura della fossa comune conventuale, viene ritrovato incorrotto ed emanante profumo di fiori.

Cosi, intonato l’  “Iste Confessor” è traslato e riposto con devozione alla venerazione dei fedeli, nell’atrio dell’antico convento, qui egli non tarda di ricompensare i suoi devoti dispensando grazie su grazie, tanto da conquistarsi “sul campo” il titolo di “Beato”.

La Curia Vescovile (allora di Albenga) e l’autorità Civica Matuziana, incaricano i rispettivi notai di annotare tutto con disciplina.

Da allora il culto e la devozione, fra tridui e novene, rimasero ininterrotte fino alla partenza dell’amato don Alberto Ablondi, negli anni sessanta del novecento (questi chiamato da parroco degli Angeli alla dignità episcopale).

Da quel momento tutto dimenticato.

Il compianto don Simonetti volle allora ricomporne la storia e tramandarla a noi oggi attraverso un prezioso libretto: “Fra’ Giorgio Oppezzi, un modello da riscoprire” (2001).

Qui egli sottolineava come la vita del “Beato” fu caratterizzata dall’umiltà e dalla devozione a Maria Santissima.

E come l’allora mons. Daffra, Vescovo di Ventimiglia, dopo l’ultima ricognizione canonica (1906), volle additare fra’ Giorgio a insigne patrono del Clero intemelio.

Oggi, credo, che fra’ Giorgio Baldassarre possa essere un esempio da guardare, imitare e invocare.

In una società di uomini lontani da Dio, egli risponde con la devozione a Maria, quale stella di sicura speranza.

In una cultura sempre più soggettivista e violenta, egli risponde con il sorriso e l’umiltà.

E ancora oggi Egli riposa presso l’Altare, sotto l’icona di Maria Virgo Salus Infirmorum, per pregare e intercedere per tutti noi; e da lì riecheggiano ancora le parole che ottennero dal Signore i segni prodigiosi presso Cana di Galilei: “fate quello che Lui vi dirà”.

Da quest’anno, il 17 Luglio, è ripristinato il Culto e la Devozione, nella Memoria del Dies Natalis.

Don Marco, vicario parrocchiale.

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