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Carità

Gli Amici di Enrica per la Caritas

28 Giugno 2019

Se i temi della stazione, del treno, della partenza e degli arrivi, fanno parte, da che esiste la ferrovia, dell’immaginario letterario e artistico collettivo, è altresì vero che qui si vestono di vissuto, di esperienza diretta, di quella vena di realtà che sorprendentemente supera la fantasia.

“Scusi, è libero?” è il titolo del nuovo spettacolo realizzato dalla Compagnia degli Amici di Enrica, in seno alla Caritas intemelia, un progetto drammaturgico inizialmente nato per celebrare i primi 25 anni dell’Organizzazione di Volontariato e che è invece giunto al suo quarto anno di attività, in un crescendo di collaborazioni, di partecipazioni, di ospitate e di repliche.

Il teatro che cura, il teatro che aggrega, che impegna, che azzera le differenze in una democratica ridistribuzione dei ruoli che impone la vita quotidiana, il teatro che lenisce le ferite, il teatro che resuscita mostri per annientarli, che sviluppa dei temi sociali facendo ricorso alla sua infinita gamma di generi e sottogeneri. Ecco che quindi il vissuto, passato e scolorito, ritorna attuale, assume contorni reali, istantanei, arricchendosi ora di battute esilaranti, ora di situazioni paradossali, oppure di un riso dal retrogusto amaro. 
In una serata di arti e sociale, tenuta il 26 giugno alle 21:00 presso il Teatro Cinema Cristallo di Dolceacqua, molti partners hanno accompagnato il viaggio degli amici di Enrica; i ragazzi dei Centri ISAH di Ventimiglia e Imperia, guidati da Antonella Ruggero e Fabiana Ferraris, gli allievi della Scuola “MusicArte” di Camporosso, il Coro “Città di Camporosso”, le note del Trioscampato+2 (Christian Papini, Alberto Tiscia, Fabio Mangolini, Serena Regazzoni, Gianni Tonello) e l’Associazione “Oltre il Cristallo”. 

Il viaggio è stato protagonista assoluto; il viaggio come necessità, come piacere, come esplorazione, come ricerca di sé e come fuga dalla realtà. È il caso di alcuni dei personaggi che si sono susseguiti sul palco, personaggi confusi, randagi, raminghi, in cerca di qualcosa che il qui e ora non concede, ma demanda a un treno, destinazione chissà.

Dietro ogni personaggio, ovvero nascosto in ogni canzone, si cela un paradigma di fragilità umana, un trascorso personale romanzesco e romanzato, un viaggio, fatto di speranze e illusioni, ritorni e disillusioni. 

DAVIDE BARELLA 

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