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Cultura Liturgia

Gli organi storici della Diocesi: un patrimonio da riconoscere a servizio della liturgia

25 Maggio 2024

Il patrimonio organario della Diocesi troverà nuova vitalità ed occasione di restauro e conoscenza grazie al decreto che  il Vescovo ha emanato nel giorno di Pentecoste, dedicato alla valorizzazione e riscoperta della bellezza e della solennità della Liturgia che, oltre ad essere lode a Dio, deve costituire il primo e più efficace contesto di evangelizzazione dedicando ad essa, ed in particolare al canto sacro,  l’attenzione e la cura che concorrono a custodire e a trasmettere integro li patrimonio della fede, in continuità con quanto Mons. Suetta aveva già richiamato nella sua ultima lettera pastorale.


Sono tre i cardini della direttiva episcopale: la formazione di coloro che sono addetti all’accompagnamento musicale e canoro dell’assemblea, riunita per la liturgia (quindi degli organisti, dei coristi e dei direttori di coro); l’adeguamento al repertorio nazionale aprovato dalla CEI dei brani musicali da eseguire nello svolgimento delle sacre funzioni, con particolare attenzione per i momenti forti dell’anno liturgico e per la celebrazione dei sacramenti (battesimi, comunioni, cresime, matrimoni e le esequie);  l’utilizzo degli organi di fattura contemporanea ma soprattutto degli organi a canne, potente quanto dimenticata “voce” delle nostre chiese, e la regolamentazione dell’uso di altri strumenti, in concorso e non in sostituzione al primo.


Questi tre obiettivi sono affidati alla cura dal Servizio Musica Sacra diocesano congiuntamente al neonato dipartimento di Musica Sacra dell’Istituto Teologico PIO XI in Sanremo che raccoglie la feconda eredità dell’Istituto di Musica Sacra “Can. G. M .Gogioso”. E’ questa una realtà istituita al principio degli anni Novanta con lo scopo di istruire nell’uso dell’organo e nella comprensione ed esecuzione della musica liturgica, voluto da S.E. Mons. Giacomo Barabino, di cui il 25 maggio ricorre l’ottavo anniversario dalla morte, ricordato in una S. Messa di Suffragio alle ore 18 in Cattedrale, unitamente agli altri vescovi e presbiteri diocesani defunti.


Intitolato alla memoria al Canonico della Cattedrale di Ventimiglia Giuseppe Maria Gogioso (1862-1931), organista e compositore, ha formato decine di organisti, molti dei quali poi diplomatesi al Conservatorio ed ancora oggi attivi in Diocesi.


Circa il terzo obiettivo, la cura del patrimonio organario, trattandosi di beni sottoposti a tutela da parte del Ministero della Cultura, ai sensi del Dlgs 42/2004, essa è affidata all’Ufficio Beni Culturali che si avvale di un consulente specifico in seno alla Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e i Beni Culturali. Si tratta di almeno settanta organi a canne, costruiti tra XVIII e XXI secolo, collocati non solo nelle chiese parrocchiali ma anche negli oratori di confraternita e nei Santuari diocesani. Quali beni culturali musicali, vanno poi considerati anche gli harmonium e pure i canti religiosi patrimonio delle confraternite locali o composti per particolari devozioni locali ed i relativi supporti cartacei, ovvero gli spartiti che occasionalmente si ritrovano negli archivi parrocchiali.


Un patrimonio che, negli anni, grazie all’impegno delle comunità, costituitesi anche in appositi comitati a supporto della raccolta fondi operata dalle parrocchie, ha potuto parzialmente essere conservato e valorizzato, coinvolgendo le amministrazioni comunali (spesso patrocinanti le rassegne concertistiche che hanno avuto come protagoniste i nostri organi), le fondazioni bancarie (che hanno elargito contributi a favore del loro restauro) e, soprattutto, la  CEI, che , grazie ai fondi 8XMille del gettito IRPEF destinati alla Chiesa Cattolica, eroga ogni anno un contributo appositamente destinato al recupero degli organi antichi, come abbiamo raccontato in questi giorni sul sito diocesano nella rubrica dedicata.


Sono stati recuperati 28 organi storici, di cui quattro solo in questi ultimi cinque anni : l’organo P. Mentasti (1877) ubicato nell’Oratorio della Santissima Trinità dei Rossi a Taggia (vedi articolo Grazie 8XMille n. 12), l’organo Lingiardi (1853) op. 102 , collocato nell’Oratorio dei Santi Sebastiano e Fabiano di Taggia, l’organo Ammirati in cassa Grinda (1810) della chiesa parrocchiale San Giovanni Battista e San Giorgio a Montalto e l’organo P. Mentasti (1849) dell’Oratorio di San Giovanni Battista a Riva Ligure. Oltre alla cura degli strumenti storici, ne  sono stati realizzati e/o adattati tre destinati rispettivamente alla Cattedrale Nostra Signora Assunta, all’ex Seminario PIO XI (a servizio dell’Istituto di Musica Sacra che vi ha sede) e alla Concattedrale di San Siro. 


Auspichiamo dunque che il decreto possa costituire occasione di rinnovare la gioia di partecipare con entusiasmo al servizio della Santa Messa da parte di coloro che in questi anni si sono adoperati con buona volontà, riscoprendo il valore di una cultura musicale da condividere e da approfondire, negli aspetti tecnici quanto in quelli propriamente liturgici, attraverso un’adeguata formazione,  a vantaggio della bellezza e della solennità delle celebrazioni.

Servizio diocesano Musica Sacra

Dipartimento di Musica Sacra “Can. G.M. Gogioso”- Istituto Teologico PIO XI Sanremo

Ufficio Beni Culturali diocesano

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