Diocesi Ventimiglia – Sanremo

sito della Diocesi di Ventimiglia Sanremo

Arte Sovvenire

Grazie 8×1000 – 30 – Dolceacqua

30 Maggio 2024

GRAZIE 8XMille-  Dolceacqua

Dolceacqua è meta turistica nota a livello internazionale, dominata dalla mole del Castello dei Marchesi Doria e dal ponte che unisce le due aree dell’abitato, ritratto anche da Claude Monet. Il paese è stato insignito del titolo di Borgo più Bello d’Italia -Bandiera arancione dal TCI, anche per per le opere d’arte custodite nelle sue chiese, tra cui il ben noto di Santa Devota opera del pittore nizzardo Ludovico Brea (1519).

Grazie all’8XMille il patrimonio ecclesiastico viene conservato anche per permettere una migliore fruizione turistica dei siti, producendo una ricaduta positiva sulla vita economica del paese.

I SITI

La chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate, a tre navate, domina la piazza del quartiere Isola, sulla riva sinistra del torrente che separa in due porzioni il borgo. Si ipotizza la presenza di una prima cappella attorno al terzo quarto del XV secolo , successivamente ampliata fino al XIX secolo. Oltre al già citato polittico, si trovano la rara pala d’altare raffigurante Sant’Antonio Abate dell’alessandrino Giuseppe Vermiglio (1585 -1635) e la pala della Madonna del Rosario di Bernardo Castelllo (1467-1629).

L’Oratorio di San Sebastiano fu edificato su un modesto declivio, a pochi passi  dall’ampia piazza su cui affacciano attività commerciali e di ristorazione. Quale termine antequem per la sua costruzione si può fissare il 1682, anno della pubblicazione del Theatrum Sabaudiae in cui si trova anche la tavola Castrum et oppidum Dulcis-Acquae, incisione su disegno di Giovanni Tommaso Borgogno (Perinaldo, 1628- 1695), che illustra il paese di Dolceacqua con il Castello e tutto l’abitato circostante. In essa si vede chiaramente l’edificio caratterizzato dalla facciata nella forma odierna, posto sul fianco sinistro del giardino fatto costruire dai Doria, signori del paese, nel quartiere “Terra”. Questo quartiere era così denominato in opposizione alla zona dell’Isola, sulla sponda opposta del torrente, ove sorgono il Castello ed il borgo fortificato. Sede dell’omonima confraternita, ancora attiva, l’Oratorio raccoglie interessanti testimonianze figurative dell’arte locale, legate alle principali devozioni così come dichiarato dalle sculture in facciata San Sebastiano, San rocco e Sant’Antonio abate.. Tradizionale appuntamento è la celebrazione della festa del santo eponimo, la domenica più vicina alla data del 20 gennaio, ricorrenza durante la quale viene portato in processione dai confratelli un albero d’alloro ornato da particole colorate. 

L’IMMAGINE

La Madonna del Rosario attribuita a Bernardo Castello risale a circa dieci anni prima la battaglia di Lepanto cui tradizionalmente si scrive la diffusione di questa iconografia, recando la data 1582. In essa sono rappresentanti, al centro , in posizione dominante su un trono rialzato, la Madonna col Bambino in piedi sulle sue ginocchia, nell’atto di porgere il rosario a Papa Pio V ( a sinistra) e a San Domenico ( a destra), ma tra la folla si celano anche altri personaggi tra cui forse il marchese Stefano Doria e le due mogli (sulla destra, una in primo piano adorante, forse proprio Caterina del Carretto, moglie del Doria da poco defunto). Attorno al dipinto stavano i misteri del rosario.

La popolazione esprime anche in maniera particolare la propria devozione nel Santuario dell’Addolorata.

L’INTERVENTO DI RESTAURO 8XMILLE

La parrocchia ha goduto di tre interventi : il rifacimento di una falda del tetto della parrocchiale di Sant’Antonio Abate (2016), il restauro della facciata dell’Oratorio di San Sebastiano (2017)  e l’inserimento degli impianti di videosorveglianza (in corso di realizzazione) nella chiesa parrocchiale e nell’Oratorio stesso, al fine di tutela , ma soprattutto per consentire la fruizione del sito da parte dei molti turisti che convergono su Dolceacqua. 

Le coperture delle navate laterali della chiesa parrocchiale si presentavano, tra 1904 e 1943, in forma piana, incatramate e/o con quadrelle. Attorno al 1943 si decise di inserire un manto in eternit che, attorno agli anni Sessanta, fu sostituito con laterizio. Stante l’impegno economico notevole, si è deciso di intervenire in primis sulla falda maggiormente deteriorata, laddove le copiose infiltrazioni minacciavano danni alla pregevole decorazione interna. L’intervento di restauro condotto nel 2016 ha permesso di impermeabilizzare la falda laterale verso il fiume, sostituire il laterizio con isolante e restituire pendenza per il corretto deflusso delle acque meteoriche.

Il restauro che ha interessato l’Oratorio è consistito nel consolidamento delle porzioni di intonaco originario, nel rifacimento dell’intonaco e della preparazione sottostante laddove era ormai caduta, indagini stratigrafiche per individuare la tinta originaria, scelta e stesura della tinta e rifacimento ornati, intervento di ricostruzione di alcune parti mancanti nelle statue. 

APPROFONDIMENTI

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