
Articolo di Angela Calvini – inviata per “AVVENIRE”
Il cantautore nella concattedrale di San Siro a Sanremo alla sola luce delle candele protagonista di un incontro-testimonianza dove attraverso le sue canzoni ha raccontato il proprio cammino interiore
Quando Simone Cristicchi e Amara intonano a cappella i versi del Samo 51 in aramaico, «la lingua di Gesù» precisa il cantautore, sulle note de L’ombra della luce di Franco Battiato sull’altare della concattedrale di San Siro a Sanremo alla sola luce delle candele, il tempo resta sospeso ed il Gesù ligneo della scuola del Maragliano che li sovrasta sembra abbracciare tutti i presenti.
E’ una standing ovation di parrocchiani, suore e sacerdoti, addetti ai lavori del Festival, appassionati di musica sacra e di musica pop, credenti e non credenti. Circa 700 persone affollavano ieri le navate in purissimo stile romanico della concattedrale di San Siro e qualche centinaio si affollava fuori in piazza San Siro dove il concerto era trasmesso con un altparlante.
Il vescovo di Sanremo-Ventimiglia monsignor Antonio Suetta ha accolto la proposta del cantautore perché, dice agli astanti «questo momento lo vedo come un abbraccio. Siamo qui per un dono che ha voluto farci Simone, che voleva condividere in chiesa attraverso i suoi brani vuole qualcosa della sua vita, del suo cammino spirituale e della sua riflessine. E’ un evento che per noi rappresenta un unicum. Questo non è un luogo prestato a un concerto, è una testimonianza in un luogo adatto».
L’evento testimonianza è stato organizzato da Dueffel Music – La Diocesi di Ventimiglia – San Remo con il servizio di Pastorale Giovanile Diocesano e la Parrocchia Concattedrale di San Siro
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