Una catena ideale unisce come grani di un invisibile rosario i santuari diocesani collocati sulle alture immediatamente prospicienti il mare : da Mortola Superiore, al confine italo francese, dove è stato eretto il Santuario di Nostra Signora dell’Aria Aperta, passando attraverso il Santuario delle Porrine, alle spalle di Ospedaletti, a quello della Madonna Pellegrina a Coldirodi, proseguendo al Santuario della Costa, in Sanremo, congiungendo lo sguardo con il Santuario di Nostra Signora della Guardia di Poggio fino ad approdare ad est, ove è posto il Santuario di Nostra Signora di Lampedusa a Castellaro.
Questa località ha beneficiato negli anni di almeno tre interventi sostenuti con il contributo 8XMille: l’uno proprio diretto alla manutenzione straordinaria degli esterni del Santuario, l’altro al restauro dell’Oratorio dell’Assunta accanto alla chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli ed un terzo per il recupero funzionale della casa canonica.
Il SITO
Castellaro cela inediti scorci del paesaggio ligure ed una straordinaria ricchezza sotto il profilo architettonico ed artistico, ben rappresentate dal complesso di edifici sacri costruito sui resti dell’antico castello sovrastante l’abitato. Qui , sul piazzale decorato a risseu, sono riuniti la chiesa parrocchiale del XV secolo, riedificata nella veste attuale tra 1619 e 1634, l’Oratorio dell’Assunta, costruito anch’esso a partire dal XV secolo ed oggi visibile nella sua veste barocca, e la casa canonica. Oratorio e casa canonica sono stati completamente restaurati con il concorso di contributi erogati da enti diversi ed in parte hanno beneficiato del recupero di alcuni locali dove hanno trovato posto arredi sacri di grande valore storico, artistico ed etnografico, dando così vita al Museo Parrocchiale itinerante di Arte Sacra che riunisce questi e gli altri edifici sacri dislocati nel territorio parrocchiale, incluso il Santuario di Nostra Signora di Lampedusa, eretto al principio del Seicento quale ex voto per l’insperata salvezza dalla prigionia ottenuta dall’oriundo Andrea Anfosso.
L’IMMAGINE
Il dipinto propone l’immagine della Vergine Maria con il Bambino Gesù e Santa Caterina. Secondo la ricostruzione dei fatti- nota in almeno due diverse versioni- un abitante del luogo, Andrea Anfosso, fatto prigioniero da alcuni pirati (indicati come Turchi ma più verosimilmente abitanti delle coste nord africane e di fede musulmana), approfitta di una sosta a Lampedusa per rifornimenti dell’equipaggio da cui è trattenuto e decide di scappare dalla prigionia. Si imbatte in un’immagine della Vergine Maria che egli utilizzerà come “vela” per l’imbarcazione di fortuna che si costruisce per lasciare l’isola. Approderà infine sulle coste ligure , nei pressi del paese natio, e quale ex voto verrà costruito il Santuario che porta ancora oggi il nome di Nostra Signora di Lampedusa.
Il quadro sarà collocato all’interno di un’ulteriore dipinto secentesco con raffigurati alcuni Santi (attualmente in restauro grazie alla donazione effettuata da un benefattore) e , quindi, nuovamente isolato, e psoto al centro della parete di fondo del presbiterio, abbellita da marmi e fregi. Una sua riproduzione tridimensionale viene proposta alla venerazione dei fedeli nella cassa processionale , conservata poi nello stesso Santuario.
L’INTERVENTO DI RESTAURO 8XMILLE