Si sono conclusi ieri i due giorni di spiritualità che l’ufficio catechistico diocesano ha organizzato, per i catechisti e gli educatori, a Mornese, il paese natale di Madre Maria Domenica Mazzarello, fondatrice della congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Perché due giornate di «stop» dalle consuete attività?
I nostri vescovi ci ricordavano, nel 1988, nella lettera per la riconsegna del «documento di base» dell’itinerario catechistico della chiesa italiana che «non è principalmente la quantità del lavoro che fa crescere la comunità, ma la qualità: una chiesa non la si organizza, ma la si genera con la fecondità dei carismi. E, fra tutti i carismi, quello della santità è il più fecondo. Al vigore del linguaggio, alla forza degli argomenti, all’efficienza delle strutture, la sensibilità dell’uomo contemporaneo può anche opporre resistenza: ma si arrende facilmente davanti ai segni della santità» (14). Come ufficio catechistico ci è sembrato necessario fare una pausa di riflessione e di preghiera per metterci davanti al Signore per lasciarci guardare e amare da Lui, Signore della vita e della storia.
Le due giornate sono state scandite da meditazioni, silenzio e preghiera, guidate da don Ferruccio Bortolotto.
Hanno partecipato un gruppo di catechiste provenienti dai quattro vicariati della diocesi e alcuni seminaristi di Bordighera che hanno curato la preghiera delle ore e la liturgia eucaristica.
Di Mornese, paesino di campagna del Monferrato, diceva don Bosco: «Là si respira aria di santità».
Alludeva a un gruppo di giovani donne tra le quali emergeva Maria Mazzarello. Grande lavoratrice dei campi, debilitata dal tifo, decise con una amica, Petronilla, di dedicare la sua vita ad attività più consone al suo stato di salute. Si adoperò a fare la sarta con un unico obiettivo: «ogni punto d’ago sia un atto d’amore di Dio». Nella sua umiltà e semplicità Madre Mazzarello faceva catechesi, con la sa- pienza dello Spirito e la passione che viene dall’amore di Dio e dal desiderio di farlo conoscere.
Noi catechisti abbiamo percorso le sue strade e abbiamo fatto esperienza di Gesù, contemplandolo dalla finestrella della camera della Madre, alla cascina Valponasca, dove visse gli anni dell’adolescenza e della giovinezza. Al collegio che ha ospitato le prime suore e tante ragazze, abbiamo respirato lo slancio della santa per la missione.
In parrocchia ci siamo sentiti come lei, frammenti di una chiesa viva e alla casetta dove è nata, abbiamo ringraziato Dio per il dono della vita e per la nostra vocazione di catechisti.