Nonostante una perturbazione passeggera non è mancata la serenità per i convenuti alla serata organizzata dalla diocesi di Ventimiglia – San Remo lo scorso venerdì 6 luglio in piazza san Siro all’interno del cartellone preparato per la festa della chiesa concattedrale. Obiettivo: celebrare i cinquant’anni del quotidiano cattolico Avvenire che ogni domenica inoltre con questa stessa pagina di notizie e vita della diocesi diventa il settimanale ufficiale della nostra chiesa locale.
Ospite d’onore dell’evento è stato il direttore del giornale, Marco Tarquinio, che ha presentato l’importante iniziativa editoriale di un volume voluto da Avvenire per offrire uno strumento concreto che aiuti a ripercorrere la storia di questa voce insostituibile per i cattolici italiani. Nel libro “Voci del verbo Avvenire”, sono infatti descritti gli inizi, le pagine più significative, il rapporto con la società e soprattutto la missione ricevuta della Chiesa e il futuro che la testata già dal suo nome intende affrontare con speranza cristiana. “Dico sempre con i miei redattori che non intendiamo fare un giornale con titoloni ad effetto. Siamo già pieni di pubblicazioni gridate, con toni aspri, accattivanti ma solo per il gusto della polemica. La missione del nostro giornale è stata, è, e sarà sempre quella di far capire le cose alla gente in maniera chiara e pacata, di parlare dei fatti che non interessano l’opinione pubblica pilotata. Questo ci sembra il modo giusto di vivere nella nostra professione la libertà che ci viene concessa dagli Editori e che sappiamo desiderata così tanto dei nostri lettori”, ha così esordito Tarquinio che è stato intervistato dalla inviata di Avvenire, Angela Calvini, sanremese e da sempre affezionata ed importante sostenitrice delle iniziative culturali della nostra diocesi.
La giornalista ha chiesto al direttore di raccontare al pubblico come sarebbe stato il giornale del giorno dopo, quali scelte portavano al titolo di apertura e alla disposizione delle notizie nella pagina: “Domani (sabato 7 luglio, ndr) apriamo con le parole che papa Francesco ha dedicato a tutti coloro che stanno facendo qualcosa di concreto per il problema dei migranti: «Le mani che salvano sono le mani di Dio». Che per un quotidiano cattolico potrebbero essere apostrofate come una cosa scontata: e invece non lo sono per nulla, perchè di queste parole oggi c’è davvero bisogno e dimostrano la grandezza del messaggio del Santo Padre di andare ben oltre i confini delle organizzazioni cristiane; qualsiasi aiuto che si mette in gioco per sostenere chi sta soffrendo e vive le situazioni di disagio che abbiamo sotto gli occhi diventa uno strumento della Provvidenza, anche se non crede, anche se neppure pensa a Dio.”
E oltre il racconto dei fatti del giorno per il direttore c’è il rapporto diretto con i lettori: “Non solo quelli che posso incontrare grazie a serate come queste, ma ai tanti che ogni giorno scrivono per esprimere il loro parere, per apprezzare o contestare le linee editoriali che presentiamo e dal cui confronto nascono dibattiti ricchi della capacità propria dell’uomo di ragionare rispettandosi e così arricchendosi reciprocamente, perchè da tutti – sempre – c’è qualcosa da imparare”. E lo dimostrano le belle colonne di colloquio che aprono ogni giorno il giornale appena prima della pagina che raccoglie gli editoriali e gli interventi degli opinionisti: “E’ una grande soddisfazione, un vero tesoro per Avvenire, poter contare su questa serie di importanti firme i cui interventi so essere considerati preziosi anche per la concorrenza, che sa di trovare nelle nostre pagine questi contributi fondamentali per potersi fare un’opinione seria e documentata di tanti avvenimenti, soprattutto al loro nascere, quando ancora non ne sta parlando nessuno”.
Una linea che per l’ottavo direttore del quotidiano cattolico ha dato e continua a dare in crescita i suoi frutti. “Non è una notizia nuova – sottolinea Tarquinio – che ci sia una forte crisi nel mondo dell’editoria e dell’informazione. Tanti quotidiani hanno perso copie o sono stati costretti alla chiusura: Avvenire è diventato il quarto quotidiano d’Italia con lettori che scelgono un modo positivo e obiettivo di essere informati e insieme professano anche una scelta precisa di identità che speriamo diventi sempre più apprezzata, specie nelle comunità parrocchiali”
E guardando… l’avvenire il direttore ha concluso: “il sito web, il giornale digitale, per noi è importante e cresce anch’esso, ma la carta non ha ancora chiuso il suo ruolo centrale di incontro con il lettore”.