Un teatro gremito ha assistito alla rappresentazione del recital– musical «Il primo a chiamarsi Francesco» presso il teatro comunale di Ventimiglia. Scritto da Adriano Bonfanti e Gigi Reggi con le musiche composte da Dario Baldan Bembo e Veronica Rudian. Una serata organizzata dall’amministrazione della città ligure che il sindaco Enrico Ioculano ha voluto dedicare al lavoro che la diocesi di Ventimiglia–Sanremo sta facendo con assiduità per il bene di tutta la città. Il vescovo, Antonio Suetta, ha ringraziato per questo riconoscimento e ha invitato il pubblico a ricordare le impressioni di quella sera, quando papa Francesco è entrato nelle nostre case con la sua semplicità. E questa caratteristica è stata il filo di conduzione dell’intero spettacolo che ha raccontato la vita di Bergoglio dal suo albero genealogico piemontese con i suoi avi che da emigranti arrivano in Argentina: un avvenimento chiave.
Protagonista nella scena principe è stato proprio il cantautore Baldan Bembo, sul palco per tutta la serata ad accompagnare con le sue canzoni il racconto della vita del papa e che si rivolge al pubblico in qualità di musicista per raccontarci i pensieri e le azioni di Francesco con la scala musicale come sottofondo: «Le sette note ci ricordano altrettanti aspetti della semplicità della vita cristiana che il papa venuto dalla fine del mondo ci insegna. Do, come donare, l’importanza di mostrare con le nostre opere la nostra fede; Re, come regalo, perché in Dio tutto ci è dato ed è importante riconoscerlo; Mi, come miracoli, quelli di conversione e di ritorno nella Chiesa a cui stiamo assistendo grazie al grande richiamo che il papa sa essere. Fa, come fare, perché non ci si può richiudere in se stessi ma bisogna saper inventare come conquistare oggi il cuore dell’uomo. Sol, come solidarietà, parola che in questa epoca di migrazioni e di profughi ci deve ricordare chi è il nostro prossimo. La, come lassù, la meta del Cielo, il profumo di paradiso che emerge dalla santità di Francesco e Si, come silenzio, qualità cristiana che è necessario saper coltivare nella propria vita per leggere la storia con gli occhi di Dio». Il cantautore ha introdotto la proiezione di foto estratte dagli album di questo pontificato: «Un papa che è numero uno in tanti versi. Non solo il primo a chiamarsi Francesco, ma anche il primo papa argentino, il primo non europeo, il primo ad avere il coraggio di fare proprie scelte di mi- sericordia verso persone con situazio- ni di difficoltà nei confronti della dottrina tradizionale».