La Caritas diocesana, accogliendo l’invito di Papa Francesco, nel pomeriggio di venerdì 18 marzo, ha offerto un ritiro spirituale rivolto a tutti coloro che, nella nostra diocesi, prestano un servizio nel mondo della carità. Si è iniziato alle ore 16,30 nella sala Giovanni Paolo II di Villa Giovanna d’Arco, che ospita gli uffici della Curia diocesana, con l’accoglienza ed il momento introduttivo guidato da don Ferruccio Bortolotto, vicario episcopale per la carità e la missione. Gli organismi che esprimono la diaconia della carità nella Chiesa sono particolarmente coinvolti nella celebrazione dell’Anno Santo della Misericordia, perché il servizio è la concreta, fisica, diretta espressione della misericordia con il quale gli uomini sono cercati, amati e serviti dal Signore, che si rende presente nella storia del mondo anche attraverso le persone e le opere. È senz’altro una grazia potersi soffermare sul dono che continuamente riceviamo, quello d’essere amati e di poter amare, per non abituarsi ad esso e ridurlo così alle dimensioni del nostro cuore.
«Dio è più grande del nostro cuore» (1 Gv 3,20) e la sua grazia in noi è all’opera per dilatarlo, rafforzarlo e renderlo carne della nostra carne: un gesto concreto, dono quotidiano, pane di ogni giorno che ci nutre e che offriamo. Usufruendo del sussidio preparato dal Pontificio Consiglio Cor Unum, che ha il compito di orientare e coordinare le organizzazioni e le iniziative di carità della Chiesa cattolica, gli intervenuti, una quarantina di operatori nelle varie organizzazioni caritative del territorio, hanno preso parte alla Liturgia Penitenziale, nella consapevolezza del bisogno di chiedere perdono. È stato un momento di intensa e corale preghiera che ha preparato la confessione individuale. Quindi, divisi in gruppi, hanno riflettuto e si sono confrontati sulle tematiche che esprimono la diaconia della carità nella Chiesa, in considerazione del loro diretto coinvolgimento nella celebrazione dell’Anno santo della Misericordia, in quanto il Signore si rende presente nel mondo anche attraverso la loro persona e la loro opera.
Al termine dei lavori di gruppo i partecipanti si sono recati nella vicina Villa Santa Clotilde, dove, passando per la Porta Santa ed entrando nella Cappella per la celebrazione dell’Eucaristia con il vescovo Antonio, hanno potuto lucrare l’indulgenza plenaria secondo le indicazioni del Santo Padre. Il vescovo, durante l’omelia, si è soffermato sulla figura di san Giuseppe, affermando che il suo modo di ascoltare ed accogliere la Parola del Signore trovano corrispondenza in quanto gli operatori della carità fanno nel loro lavoro quotidiano, rivolto a chi si trova in difficoltà: «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40). L’incontro si è concluso con il rientro a Villa Giovanna d’Arco, dove una cena frugale e fraterna, ha permesso di conservare l’austero clima quaresimale del ritiro e, nello stesso tempo, un cordiale ed amichevole confronto tra le varie realtà caritative della diocesi.
Achille Grassi