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Parrocchie Sovvenire

Il “Sovvenire” a Riva Ligure, resoconto

23 Aprile 2024

Il Servizio Diocesano per il Sovvenire, nella persona dell’incaricato Cav. Silvio Astini,  ringrazia il parroco Don Jobani Vergel e tutta la sua comunità, in particolare la referente parrocchiale Sovvenire Dorina Ghidella e la rappresentante della confraternita, Marisa Bensa, per la partecipazione attiva e calorosa alla manifestazione svoltasi sabato 20 nella splendida cornice dell’Oratorio di San Giovanni Battista in Riva Ligure.

Gli interventi di Silvio Astini si sono concentrati sulla spiegazione di come effettuare la firma per la destinazione dell’OttoXMille alla Chiesa cattolica, attraverso l’apposito modulo da allegare alla dichiarazione dei redditi o da presentare autonomamente da parte dei contribuenti non soggetti. E’ stato inoltre chiarito come effettuare erogazioni liberali deducibili a favore dell’Istituto Sostentamento del Clero oppure sostenere la remunerazone dei sacerdoti, cui l’OttoXMille è prevalentemente destinato, anche attraverso la semplice donazione mensile di un euro, da depositare nei bussolotti dedicati all’ingresso delle nostre parrocchie.

Valentina S. Zunino, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali diocesano, ha sottolineato come la gratuità e semplicità della firma si configuri come un gesto di concreto sostegno a tutte le comunità diocesane , nella vera e genuina forma della condivisione fraterna. Ha ricordato i numerosi interventi realizzati a favore della comunità di Riva Ligure nel corso di circa venti anni: inserimento di impianti di videososrveglianza e /o antifurto nella chiesa parrocchiale e nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio; restauro del tetto e delle facciate di questo stesso Santuario ; recupero degli esterni della parrocchiale e nuovo recente restauro della facciata di San Maurizio, particolarmente esposta alle intemperie e all’azione erosiva dell’umidità e della salinità marina, essendo l’edificio prospiciente il litorale. Inoltre, ben due organi restaurati: il piccolo strumento di scuola napoletana, conservato nel Santuario della Madonna del Buon Consiglio, acquistato dalla parrocchia, e quello dell’Oratorio di San Giovanni Battista.

Una firma che si fa davvero segno tangibile in tutte le comunità italiane perchè va a favore di quelle emergenze culturali che rappresentano efficacemente l’identità di un luogo e di chi lo abita, indipendentemente dalla professione religiosa, argomento da sostenere con forza avverso i detrattori (no pochi, purtroppo ) della misura statale.

Ha ricordato anche che, al di là dall’uso liturgico proprio dell’edifiico oggetto di intervento – e pure degli arredi e degli strumenti in esso contenuti -, le parrocchie hanno l’obbligo di effettuarne la manutenzione ordinaria e straordinaria. Sono attività sempre più onerose e complesse, in assenza di parroci residenti e di fedeli che li sostengano, come ben documentano i numreosi interventi in urgenza di cui i parroci e l’ufficio si fanno carico per salvaguardare l’incolumità pubblica, prima ancora che il bene in se’, quando la vetustà e la mancata e continua manutenzione unite ad eventi metereologici improvvisi e violenti accellerano il decadimento delle strutture, causando distacchi e crolli pericolosi di intonaci, mmuratura, tegole, infissi etc…

Proprio per sottolineare come il recupero di un organo e di quello di San Giovanni , in particolare –  , avvenuto tra l’altro, come i lavori della facciata della parrocchiale, in piena pandemia -abbia significato un momento di importante condivisione e restituito valore all’impegno costante nella conservazione del patrimonio condotto dalla locale confraternita, in comunione con la parrocchia e i fedeli tutti, gli interventi di Astini e Zunino sono  tati ottimamente accompagnati dall’esecuzione di alcuni brani da parte del M. o Andrea Verrando, organista titolare della Cattedrale Nostra Signora Assunta, della Cappella musicale Diocesana e consulente della Commisisone Diocesana per i Beni Culturali e l’Arte Sacra. I brani scelti- Toccata del secondo tono di Bernardo Pasquini, Elevazione di Anonimo Pistoiese, Sonata prima di Giovanni Battista Pescetti e Fuga in re minore di Giovanni Adolfo Hesse – pur nella loro brevità hanno permesso di spiegare meglio ai presenti le particolarità dello strumento,costruito nel 1897 dalla ditta Paolo Mentasti in Casale Monferrato, al quale si deve la costruzione di numerosi altri organi conservati in Diocesi. Lo strumento è stato restaurato da Graziano Interbartolo nel 2019- 2021 (la cura della cassa era stata affidata alla restauratrice Raffaella Devalle).

Valentina Zunino ha voluto concludere citando la recente lettera pastorale del Vescovo Monsignor Anotnio Suetta, dal titolo Rinnoviamo lo stupore per la Bellezza della Liturgia per dare forza e sostegno all’attività di censimento e recupero degli organi antichi non tanto come “bene culturale” e non solo come strumento a servizio della liturgia ma anche come elemento distintivo ed identitario di una comunità, anzi immagine stessa dell’armonia cui deve tendere in seno alla Chiesa. Il riferimento puntuale , nella Lettera pastorale, è alla citazione del discorso di Benedetto XVI , pronunciato il 13 settembre 2006 in occasione dell’inaugurazione dell’organo della Alte Kapelle di Regensburg (Ratisbona- Baviera), collegiata divenuta tra Otto e Novecento centro propulsore di quel movimento di riforma della musica sacra volta a reintegrare nella liturgia la solida tradizone della polifonia e del canto gregoriano, proprio nel periodo di costruzione del nostro organo Mentasti  : 

“L’organo, da sempre e con buona ragione, viene qualificato come il re degli strumenti musicali, perché riprende tutti i suoni della creazione e – come poco fa è stato detto – dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dalla lode fino al lamento. Inoltre, trascendendo come ogni musica di qualità la sfera semplicemente umana, rimanda al divino. La grande varietà dei timbri dell’organo, dal piano fino al fortissimo travolgente, ne fa uno strumento superiore a tutti gli altri. Esso è in grado di dare risonanza a tutti gli ambiti dell’esistenza umana. Le molteplici possibilità dell’organo ci ricordano in qualche modo l’immensità e la magnificenza di Dio. (…) In un organo, le numerose canne e i registri devono formare un’unità. Se qua o là qualcosa si blocca, se una canna è stonata, questo in un primo momento è percettibile forse soltanto da un orecchio esercitato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile. Anche le canne di quest’organo sono esposte a cambiamenti di temperatura e a fattori di affaticamento. È questa un’immagine della nostra comunità nella Chiesa. Come nell’organo una mano esperta deve sempre di nuovo riportare le disarmonie alla retta consonanza, così dobbiamo anche nella Chiesa, nella varietà dei doni e dei carismi, trovare mediante la comunione nella fede sempre di nuovo l’accordo nella lode di Dio e nell’amore fraterno. Quanto più, attraverso la Liturgia,  ci lasciamo trasformare in Cristo, tanto più saremo capaci di trasformare anche il mondo, irradiando la bontà, la misericordia e l’amore per gli uomini di Cristo.”

Servizio Sovvenire- Ufficio Beni Culturali

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