Martedì scorso, nel santuario della Madonna della Costa di Sanremo, il nostro vescovo, monsignor Antonio Suetta, ha presieduto la Messa solenne in occasione della festa dell’Assunta.
Presenti le autorità civili e militari, i rappresentanti della famia sanremasca, le consorelle della Madonna della Costa, il rettore del santuario don Puglisi ed il rettore emerito don Vittorio Marteletti.
L’omelia del vescovo ha attratto l’attenzione dei fedeli, ai quali è stato trasmesso un messaggio di speranza.
«Il calendario di Dio, prima ancora del nostro che ci fa festeggiare oggi l’Assunzione, offre a noi che siamo talvolta turbati da pensieri negativi, un segno straordinario di consolazione e di speranza: la Vergine Maria Assunta in cielo. Questo segno ci è dato perchè nessuno di noi patisca mai confusione o smarrimento. Perché la nostra vita non sia mai sola e derelitta come quella di coloro che non hanno speranza. Noi fissiamo lo sguardo nella primizia della salvezza. Maria non ha conosciuto la corruzione del sepolcro e della morte ma è stata assunta anima e corpo al cielo come è stato per suo figlio e come sarà per noi.
La prima lettura tratta dal libro dell’Apocalisse ci ha fatto intendere e comprendere nella giusta direzione che chiunque di noi che si impegni a vivere nella verità del Vangelo, si trova sempre dinnanzi a quel drago a sette teste che rappresenta il potere del male, che insidia la vita dell’uomo per strapparla all’amore di Dio. Ma l’apocalisse non vuole abbatterci, anzi, vuole darci speranza. Questo mostro spaventoso è già stato definitivamente sconfitto dalla potenza di Dio e Maria ne è testimone.
Noi non siamo, in realtà, alla deriva, non siamo votati al fallimento. L’Apocalisse ci dice che la vita di ciascuno di noi è gravida di bene e che in Cristo il bene ha già trionfato. Questo parto, però, vuole il travaglio dell’impegno e della responsabilità. La gravidanza del bene è una gravidanza a rischio, minacciata dal male. Con l’esperienza che il signore ci regala, ciascuno di noi faccia come Maria che nel Magnificat ripercorre le tappe della sua esistenza terrena e le coglie in una prospettiva diversa. Maria ha colto i segni della potenza di Dio e ha detto che Dio vince. Anche noi, provando a ripercorrere le tappe difficili della nostra vita scopriremo il rifugio della consapevolezza di essere nelle mani e nel cuore di Dio. Su questa certezza ci lasciamo mettere in movimento dalla parola di Dio. La nostra vita si anima di premura e ospitalità in cammino verso il prossimo come Maria. La Vergine Assunta in cielo ha capito che Dio sovverte. Al di là delle apparenze, Dio conduce noi e la storia dell’umanità dove vuole. Ha ribaltato i potenti. Il mondo è degli umili, cioè dei piccoli, poveri, fragili, di coloro che sono turbati dalla tempesta del male.
Noi oggi ci affidiamo a Maria per dire il nostro sì fiducioso, generoso e soprattutto gioioso, pieno di speranza e desideroso che nella nostra vita si realizzi lo stupendo disegno di Dio».
Durante la celebrazione i due nuovi Consoli del Mare, Barbara Amerio, imprenditrice della nautica e Ivo Ballestrieri, pescatore sanremasco, hanno letto la formula di impegno nei confronti della città, del mare e del porto, e sono stati insigniti del collare. Scelti dalla commissione del sodalizio che custodisce le antiche tradizioni della città, la sera precedente, sul molo di Levante, banchina Lorenzo Vesco, era avvenuta infatti la loro investitura, con la consegna del diploma e la lettura dei curriculum, seguiti dalla benedizione di due corone – una per il monumento del Marinaio e l’altra per il lancio in mare da parte della Guardia Costiera – e dall’ascolto dell’ inno nazionale e della preghiera del marinaio, letta dall’ammiraglio Giovanni Biso.