Si è concluso un anno scolastico decisamente sui generis. Un anno interrotto a fine febbraio da una pandemia globale, che ha stravolto il modo di comunicare, di vivere l’insegnamento e ha richiesto un abbandono repentino del modus operandi consolidato; obbligando tutti, in pochi giorni, ad acquisire competenze informatiche e nuove strategie didattiche. Nessuno ha avuto il tempo di ribellarsi, di accampare riserve di alcun genere, l’unica via percorribile è stata agire e in fretta.
L’Ufficio Scuola diocesano ha accompagnato in questo percorso gli insegnanti di religione, con interventi di sostegno, di ascolto e di incentivazione al lavoro di squadra, quest’ultimo concretizzatosi nella formazione spontanea di piccoli gruppi per lo scambio di idee e materiale. A metà maggio si è avvertita la necessità di fare un punto della situazione, in preparazione del prossimo anno scolastico, che si preannucia ricco di incertezze. I responsabili dei due gruppi di supporto metologico-didattico e gestione d’aula dell’Ufficio hanno proposto un questionario, per analizzare i punti di forza e le fragilità della didattica a distanza.
Un questionario non finalizzato ad una mera rilevazione di dati, ma un punto di partenza per progettare un intervento adeguato a sostegno dei docenti. I risultati del questionario, compilato dal 90% dei docenti di R.C., sono molto interessanti e restituiscono l’immagine di un docente disposto a scommettersi, a reinventarsi, pur di adempiere al proprio dovere. Allo stesso tempo ha ricostruito con fedeltà le fragilità di un sistema improntato in poco tempo, spesso lasciato alla buona volontà del singolo o alla capacità del dirigente di dare una celere risposta alle innumerevoli questioni. Le risposte hanno raccontato lo smarrimento, l’inadeguatezza dei mezzi, il nuovo ruolo delle famiglie, costrette a diventare compartecipi attive del mondo scolastico, la mancanza dolorosa del contatto diretto, l’evasione scolastica; ma hanno descritto anche l’impegno generoso di docenti che hanno risposto h24 agli interrogativi e al desiderio di presenza degli studenti.
E’ doveroso ringraziarli per aver accolto le angosce e le paure dei ragazzi, condividendo con loro una situazione inedita e sentendo fortemente la responsabilità di aiutarli a superare questo momento.