Con questo titolo e in questa prospettiva, si sta definendo in questi giorni il programma per il corso di aggiornamento annuale che il servizio per l’insegnamento della religione cattolica, in collaborazione con l’ufficio scuola, organizzano per i docenti che con il loro prezioso lavoro permettono ai ragazzi di riscoprire il dato culturale del fatto cristiano.
Quest’anno il cammino di formazione offerto vuole guardare in faccia la realtà degli studenti, nelle ricchezze e nelle povertà del salto tecnologico dei nuovi media, per facilitare l’approccio pedagogico attraverso la comprensione dei linguaggi nuovi che la globalizzazione della rete ha introdotto ma anche dei modi di ragionare e di rapportarsi che l’esperienza dell’essere sempre connessi crea per i ragazzi, anche nella realtà fuori dallo schermo.
Gli incontri si terranno il sabato mattina dalla 9 alle 11,30 nei locali di Villa Giovanna d’Arco a Sanremo e avranno cadenza mensile, dal 25 novembre al 12 maggio. Come di consueto, il momento della relazione a cui segue il dibattito con i docenti, sarà affidato a filosofi, sociologi, teologi e pedagogisti, con il compito di tradurre in linee guida semplici ed utili per il lavoro quanto sarà da loro esposto.
Filo conduttore del corso sarà il messaggio che papa Francesco ha rivolto quest’anno alla Chiesa e al mondo per la giornata della comunicazioni sociali, sottolineando l’importanza educativa di una buona vita, anche digitale: «L’accesso ai mezzi di comunicazione, grazie allo sviluppo tecnologico, è tale che moltissimi soggetti hanno la possibilità di condividere istantaneamente le notizie e diffonderle in modo capillare. Già i nostri antichi padri parlavano della mente umana come di una macina da mulino. Chi è incaricato del mulino, però, ha la possibilità di decidere se macinarvi grano o zizzania. La mente dell’uomo è sempre in azione e non può cessare di «macinare» ciò che riceve, ma sta a noi decidere quale materiale fornire».