L’attentato di ieri ha provocato credo in tutti un grande dolore. Mercoledì scorso l’incontro con i vescovi di Nizza, Monaco e Ventimiglia è stato un bel momento, vissuto in grande serenità. Si è assistito ad un interessante ed efficace confronto con le tre delegazioni Caritas, durante il quale si sono poste le basi per progetti comuni a fondamento di un nuovo modo di accogliere: con questa cultura di morte tutto ciò stride…ma non vince.
L’arcivescovo di Monaco monsignor Bernard Barsi, il vescovo di Nizza monsignor André Marceau ed il nostro vescovo monsignor Antonio Suetta hanno visitato il centro di accoglienza allestito nella chiesa di Sant’Antonio a Roverino. Stupisce come, nonostante il numero dei transiti quotidiani arrivi a sfiorare le novecento persone, si respiri un’atmosfera di serenità e di ordine. Questo grazie all’impegno generoso dei tanti volontari che ogni giorno con grande dedizione offrono lavoro e tempo libero per servire gli ultimi.
La chiesa di Sant’Antonio offre i pasti e la possibilità di una sosta per riposare, mentre le eventuali cure mediche vengono prestate presso l’ambulatorio mobile della Croce Rossa di fronte alla chiesa. I mediatori culturali spiegano le procedure per la richiesta di asilo e aiutano gli ospiti a prendere decisioni e ad effettuare scelte che rispettino le norme di legge e garantiscano loro un futuro, per quanto possibile, migliore. Insieme ai vescovi c’erano i responsabili delle tre associazioni Caritas diocesane ed alcuni volontari della comunità «Emmaus» di Bose, che inizieranno un percorso di servizio accanto ai volontari che già operano in loco.
Il vescovo di Nizza sul quotidiano cattolico «La Croix» ha recentemente dichiarato di essere impressionato per il clima di grande serenità e calma che regna nel campo ed ha aggiunto: « Non c’è soltanto Calais, ma anche Ventimiglia è un luogo problematico per i migranti. Alcuni giovani telefonano al loro paese, altri ci rivolgono sorrisi che ci danno molta pena». Monsignor Barsi ha aggiunto:« Monsignor Suetta è forse <abituato> a questa situazione, ma a noi colpisce profondamente e tocca il cuore».
La seconda tappa della delegazione è stata il parco Roja, dove la Croce Rossa sta allestendo un centro di accoglienza che sostituirà quello precario di Roverino. Si stanno montando i moduli abitativi che, in un primissimo tempo, permetteranno di ospitare duecento persone. La prospettiva è quella di portare la capacità ricettiva ad almeno settecento posti.
Nel pomeriggio i vescovi hanno visitato il complesso della Congregazione dei Fratelli Maristi, in frazione Bevera. Si tratta di una struttura di grandi dimensioni che ospitava un tempo il noviziato della famiglia religiosa e che è ormai disabitato da circa settant’anni.
Monsignor Suetta, dopo aver preso i primi contatti con la famiglia religiosa, sogna di potervi realizzare un luogo di carità. «Non riusciremo certo a concretizzare tale proposta in tempo utile per far fronte all’attuale emergenza – ha dichiarato il vescovo di Ventimiglia – ma esiste già un progetto a medio lungo termine: l’idea è quella di realizzare una struttura idonea ad ospitare persone in difficoltà in caso di emergenza e che nello stesso tempo abbia al suo interno un laboratorio di accoglienza, una struttura dove costruire percorsi di solidarietà, di attenzione al prossimo e di educazione al volontariato. Sarebbe una bella opportunità. Spero che il Signore ci conceda di realizzarla».
Ventimiglia, 15 luglio 2016