Sabato scorso all’interno del programma del Congresso eucaristico nazionale il nostro vescovo ha tenuto nel pomeriggio una catechesi nella Basilica di San Siro a Genova sul tema “L’eucaristia e la via del trasfigurare”. Eccone una sintesi e la possibilità di ascoltarne l’audio.
Il Vescovo ha proposto come brano guida il racconto dei discepoli di Emmaus: esso narra l’itinerario di fede che riguarda anche ciascuno di noi: dalla lettura smarrita e miope dei fatti della vita alla contemplazione gioiosa di un volto, che inevitabilmente riempie di luce nuova il mistero dell’esistenza e ci rimanda per strada con lo slancio e il compito della missione.
Citando Giussani ha ricordato che “Le cose sono ancora grevi e opache: non possiamo aspettarci dal loro cambiamento la nostra tranquillità, ma dal nostro cambiamento la loro trasfigurazione, secondo il misterioso disegno del Padre, nella pazienza”.
La ricerca del Volto di Cristo è il compito fondamentale della vita, ed inevitabilmente passa attraverso la buona conoscenza del proprio volto e di quello del prossimo.
Nel racconto più antico della creazione, si narra dell’ingresso dell’uomo sulla scena dell’universo con queste parole: E il Signore Dio formò Adamo dalla polvere della terra ed alitò nelle sue narici un soffio vitale e l’uomo divenne un essere vivente.
Ci viene detto che l’uomo è ‘adam, e dunque “fango, polvere”. Ciò significa che la nostra vita è segnata dalla fragilità e dal limite.
È questo l’inevitabile punto di partenza, non solo a livello personale, ma anche a livello comunitario: come e dove siamo in un mondo che cambia così in fretta, nelle famiglie che sono così diverse, tra i poveri della terra che aumentano sempre di più? Come e dove siamo come Chiesa, nell’impegno della sequela di Gesù e di fedeltà al Vangelo?
La nostra esistenza con le sue fatiche e le sue infedeltà è sotto gli occhi di Dio: non dobbiamo nasconderla, ma piuttosto trasfigurarla; metterla cioè nelle mani del Signore che sa strapparla alla morte. Riscoprire la centralità di Dio negli impegni quotidiani significa ritrovare il senso; un impegno non solo necessario, ma indispensabile.
Accanto alla riscoperta del proprio volto è indispensabile cogliere il volto del prossimo come mistero e come sacramento di Dio.
L’esperienza di un tale “ritorno” (conversione) verso noi stessi e il mistero che ci fonda e costituisce diventa bisogno e capacità di andare verso gli altri per dare testimonianza di ciò che abbiamo incontrato. In tal modo l’annuncio del Vangelo e della presenza di Cristo nel cammino dell’uomo diviene occasione di trasfigurazione della vita e della storia nella capacità di leggere in profondità la trama misteriosa che fonda l’avventura dell’uomo.
Per ascoltare l’audio clicca qui: Catechesi Cen di Mons. Suetta
Genova, 17 settembre 2016