Due anni fa Nello Scavo – giornalista di cronaca giudiziaria per Avvenire – presentava il libro «I nemici di Papa Francesco» che, nonostante il diverso tempo passato dalla sua pubblicazione, rimane un lavoro di sorprendente attualità.
Le storie dei diversi protagonisti continuano infatti ad incrociarsi con quelle del pontefice, come è accaduto per quella del sacerdote consacrato vescovo dal papa e che ai tempi del Bergoglio argentino era un giovane seminarista a rischio di rappresaglia, protetto e salvato dall’allora cardinale.
La caratteristica peculiare del libro che l’autore ha presentato durante l’incontro conclusivo della serie «Percorso 2017», lunedì scorso presso l’aula Giovanni Paolo II della curia diocesana a Sanremo, è quella di guardare oltre il recinto della Chiesa, a differenza di altre pubblicazioni simili nel titolo ma più attente alle cordate di cardinali e alle retrologie vaticane.
Nelle parole e nelle pagine di Scavo si prende coscienza della vastità della battaglia in corso.
Alcune multinazionali sponsorizzano le iniziative umanitarie papali, perchè si stanno rendendo conto della crudeltà cannibalesca del mercato e non riescono a difendersi dalla levata di scudi che le strutture economiche dominanti alzano per fermare il grido di lotta all’ingiustizia di Francesco.
Scavo ha parlato di un’intervista ricolta ad un membro dei servizi inglesi che ha raccontato di «iniziare le riunioni del mattino spulciando ogni parola che il papa dice durante la messa del mattino, prima di decidere come procedere in alcune operazioni».
Sintomatico a questo riguardo è il caso dei cristiani siriani. Alcuni gruppi di potere locali fanno capire al vaticano che se si alza troppo la voce sulle persecuzioni di coloro che ora sono protette sotto pagamento dagli stessi, essi non avranno più la possibilità di vivere in Siria e allora la persecuzione sarà totale.
Altri episodi del lavoro di Scavo raccontano fatti della peggior cronaca, come quello di teste di maiale – segno di minaccia di morte – lasciate sulla porta di alcuni parenti di Bergoglio.
Ma la determinazione dell’azione del papa non si arresta in alcun modo e non si limita ad accarezzare i bambini e i malati durante le udienze.
Egli è in prima linea nel combattimento contro il crimine organizzato.
Nel 2000 Francesco denunciò ben due mila piste di atterraggio clandestino, molte delle quali organizzate dalla ‘ndragheta calabrese che infatti ebbe dalle prigioni parole di fuoco contro il vaticano.
Una serata sicuramente emozionante quella offerta da Nello Scavo, da cui esce il ritratto di un papa gigante nel suo agire sociale e nel suo coraggio. Una carrellata documentata dal giornalista con una completezza di informazione che sembra del tutto sconosciuta ad alcune voci nostrane, anche mediatiche, che criticano i silenzi di un pontificato che preferisce i fatti concreti, dimostrando così di non conoscere nè il Santo Padre (anche se si atteggiano a vaticanisti di quotidiani) né, in genere, ciò che accade fuori dal proprio miope orticello.