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Sacerdoti

La Convivenza Sacerdotale

22 Giugno 2019

Nelle prossime righe scriverò un breve resoconto psicologico esperienziale della convivenza sacerdotale, vissuta da martedì a giovedì scorsi, alla presenza del vescovo Suetta, che ha concluso il sinodo sacerdotale della diocesi di Ventimiglia – San Remo, iniziato nel settembre 2018.

Nella giornata, a cui ho partecipato come psicologo–relatore, ho avuto modo di incontrare tante diverse sensibilità all’approccio della missione sacerdotale. Le tematiche, circoscritte agli argomenti proposti dal mio intervento, sono state dibattute sia in ambito assembleare, sia nei lavori di gruppo. Sono stati proposti alcun temi psicologici con lo scopo di fornire strumenti interpretativi utili al sacerdote il quale, non solo li vive in prima persona, ma è chiamato ad affrontarli all’interno della missione pastorale.

Il lavoro aveva per titolo: «Affettività, relazioni e spiritualità: aspirazioni, crisi ed evoluzione». Il senso di queste tematiche rispecchia la volontà di portare i partecipanti alla riflessione collegiale sulle problematiche che il sacerdote incontra nel suo ministero, sia di fronte alle inquietudini dei suoi parrocchiani, sia alle proprie personali trepidazioni di carattere psicologico ed esistenziale che, in certi momenti, possono sfociare in quesiti spirituali.

L’approccio psicologico seguito è quello umanistico–esistenziale, dove l’uomo non è visto in modo atomistico, cioè scisso in dimensioni separate, bensì nella prospettiva dell’uomo trinitario, un uomo traversato dalla natura biologica e dalla propria vocazione verso la trascendenza. Un’antropologia quindi che vede l’essere umano dotato di dimensioni diverse, ma dialoganti tra di loro ed orientate verso la trascendenza che le comprende, le armonizza e le eleva. La trascendenza come dimensione a cui l’uomo aspira genuinamente. Non è quindi vista, come in alcune psicologie, come compensazione alle frustrazioni esistenziali. A tale proposito la riflessione sugli elmenti base delle modalità di conoscenza e di esperienza del soggetto umano, sono stati posti al centro della mia prima relazione, martedì pomeriggio. La fenomenologia della coscienza, il processo di identificazione, in contrasto con il processo di individuazione, che porta tante volte alle crisi di indentità, le quali possono sfociare in crisi esistenziali, hanno sollecitato i partecipanti a mettere in discusione critica e costruttiva, la tendenza a chiudersi in una visione e percezione di sé stessi che ostacola il dialogo con l’altro.

La possibilità del sacerdote di comprendere le proprie dinamiche psicolgiche, interpretandole nella giusta luce, lo pone nella condizione di avvicinare meglio le situazioni psicologiche ed esistenziali dei suoi parrocchiani. Si è voluto sottolineare quanto le dinamiche psicologiche possano influire sulla dimensione spirituale, la quale ha da guadagnare se la consapevolezza e la capacità di superamento di determinate istanze ottengano successo. L’esercizio alla riflessione psicologica aiuta a rintracciare l’elemento spirituale nelle varie esperenze della vita, permettendo di inquadrare il percorso dell’esistenza. Nel corso del dialogo sono emersi alcuni vissuti del sacerdote, non ultimo un certo sentimento di solitudine umana. Tale sentimento non è circoscritto all’eventuale carenza di relazioni interpersonali nella sua vita, ma proviene da quel sentire su di sé la solitudine di quella umanità lontana del Padre.

di Renato Barbruni (Psicologo e psicoterapeuta)


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