Èstata la chiamata del fanciullo Samuele, raccontata nella Bibbia, dal libro omonimo nei primi tre capitoli, il quadro spirituale di riflessione e preghiera della serata di venerdì 12 gennaio presso l’oratorio dell’Immacolata a Sanremo con la lectio divina mensile predicata dal vescovo Antonio Suetta e animata dalla comunità del seminario.
Un clima di festa ha caratterizzato l’incontro per l’imminenza delle ordinazioni sacerdotali e la presenza dei giovani ordinandi la cui gioia evidente ha suscitato la fraterna vicinanza e la preghiera dei numerosi partecipanti.
Le ordinazioni presbiterali di don Thomas, don Antonio e don Martin sono state anche al centro del pensiero di meditazione offerto dal vescovo.
«Samuele non lascia andare a vuoto neppure una delle parole che riceve dal Signore – ha sottolineato Suetta – e così è stato fedele alla sua vocazione, è riuscito nel compito che Dio gli ha affidato. La chiamata divina si rivolge a questo fanciullo in un momento storico di cambiamenti epocali, come quello che stiamo vivendo noi in questi tempi. Israele è un popolo frammentato di tribù che si mette sotto la guida dei Giudici, figure carismatiche che Dio suscita tra di loro nel momento del bisogno. Si sente diviso in se stesso e in inferiorità verso gli altri popoli che hanno re e corti. E come al solito il Signore dà al popolo la risposta meno evidente secondo le logiche del mondo: questa volta nella vocazione di un fanciullo inerme». Lo stile di Dio è appunto quello di servirsi di strumenti poveri, umili e semplici.
«Dio sceglie la povertà, come il tempo di Natale che abbiamo appena celebrato ha ben evidenziato – ha continuato il vescovo – sono infatti i pagani che, non capaci di riconoscere la grandezza di Dio nei costanti segni che circondano l’uomo, si sono persi in astratti ragionamenti. Dio invece continua a seguire il popolo e a suscitare profeti in esso. Qui vediamo la stanchezza di Eli, vecchio e con figli distanti da Dio, che farebbe pensare alla fine di una missione senza frutto: la storia di Eli si unisce a quella di Samuele, che cieco e con i figli puniti per la loro cattiveria, avrà la sua discendenza in quella del nuovo figlio che gli è messo a fianco e che continuerà con fede la sua missione».
La preghiera suggerita da Suetta per gli ordinandi è stata proprio quella di essere la continuazione del ministero sacerdotale, mettendo la propria piccolezza nelle mani di Dio.