Ha avuto inizio il nuovo anno catechistico e ci sembra il momento giusto per riflettere su «l’iniziazione cristiana che è l’introduzione e l’accompagnamento di ogni persona all’incontro personale con Cristo all’interno di una comunità cristiana che si concretizza nella parrocchia» (CEI, Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi. 1999 n.19). È quindi comprensibile la grande importanza che si deve a questa attività a cui la Chiesa è chiamata in quanto: «non è una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre» (CEI, Annuncio e catechesi. 2010 n.14).
L’Iniziazione Cristiana rappresenta un aspetto importantissimo della vita della Chiesa e un cardine della sua attività pastorale, si colloca nella prospettiva primaria e vitale della evangelizzazione: far percepire la bellezza e la forza del Vangelo per la vita di oggi e di sempre. Si tratta di un compito da assumere con passione e impegno, docili all’azione dello Spirito.
Per questo è necessario rivisitare il nostro Progetto Catechistico Diocesano (2017) per poter elaborare appunto, ad inizio dell’anno la programmazione catechistica di ogni singola parrocchia. Il nostro progetto catechistico prevede una proposta di percorso e itinerari specifici per ogni gruppo di catechismo; il primo anno si caratterizza come l’anno del Kerygma: una fase di prima evangelizzazione, dando per scontato che i bambini arrivano agli incontri di catechesi senza conoscere i più elementari fondamenti della fede; il secondo anno è quello del recupero della dimensione battesimale, durante il quale i bimbi si accosteranno al sacramento della Penitenza; al terzo anno è previsto l’incontro con il Signore Gesù, nel sacramento dell’Eucaristia. Ricevuta la prima comunione, il nostro progetto catechistico presenta l’anno della riflessione: non si partecipa sistematicamente agli incontri di catechesi, ma si fa esperienza di vita cristiana nella comunità parrocchiale, un anno che permette ai ragazzi di sperimentare gesti di solidarietà, di impegno fattivo nell’ambito parrocchiale e di partecipazione ad iniziative diocesane; un anno di pausa per meditare sulla vera motivazione che spinge ad accogliere lo Spirito Santo nel sacramento della santa Cresima. Terminato l’anno di pausa, si aiutano i ragazzi a scegliere se introdursi nel cammino di preparazione biennale al sacramento della confermazione che prepara i ragazzi a ricevere lo Spirito Santo nell’impegno di testimoniare la fede in Gesù nella Chiesa, oppure a ritardare la ripresa del percorso sistematico aspettando momenti più maturi e favorevoli.
Il PCD ipotizza anche delle linee fondamentali.
La responsabilità della comunità parrocchiale: nel rinnovarsi e ravvivarsi perché è la prima responsabile della Catechesi: “la comunità parrocchiale deve restare l’animatrice della catechesi e il suo luogo privilegiato” (C.T. n. 67)
Il coinvolgimento delle famiglie: «l’iniziazione cristiana dei fanciulli interpella la responsabilità originaria della famiglia nella trasmissione della fede (CEI, Il volto missionario… 2004 n.7). La parrocchia dovrà organizzare per i genitori un appropriato cammino di formazione, parallelo a quello dei figli.
La domenica come centro della vita cristiana: la comunità deve custodire la centralità della domenica, “pasqua settimanale”, il cui cuore è l’eucaristia, fonte e manifestazione del raduno dei figli di Dio. (NMI n.43).
La formazione dei catechisti: ha un’importanza determinante nel cammino di iniziazione. Il catechista è «una persona trasformata dalla fede che rende ragione della propria speranza instaurando con coloro che iniziano il cammino un rapporto di maternità e paternità nella fede» (UCN Formazione dei catechisti I.C. 2006). Per vivere il ruolo del catechista come accompagnatore, testimone e maestro, l’Ufficio Catechistico, offre una formazione adeguata e specifica con la scuola per catechisti che avrà inizio dal 6 novembre nei diversi vicariati.
Suor Laura Anastasia