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Famiglia

La sintesi di don Bonetti

15 Maggio 2017

Una bella lezione sulla speranza. Questa potrebbe essere la sintesi dell’incontro conclusivo del ciclo annuale che don Renzo Bonetti ha offerto ai sacerdoti e diaconi della diocesi con il suo commento pastorale all’esortazione apostolica “Amoris Laetitiae”. Perchè se è vero che sono tante le sfide e a volte poche le risorse per affrontare una corretta educazione all’amore autentico come il documento suggerisce, questo non deve spegnere nel vero pastore il desiderio di credere e convincere a riguardo i suoi fedeli.

“La chiesa non ha bisogno di riorganizzarsi. La prima sfida non è di cambiare la formula della famiglia, ma di tornare alla voce dello Spirito per comprendere davvero il progetto divino sull’uomo e la donna che Dio ha su ciascun amore coniugale. Molte volte il fallimento del matrimonio è proprio dovuto al fatto che i frutti della Grazia sono lasciati nel dimenticatoio dai coniugi che così non possono utilizzarli nella crescita del loro amore. E questo inizia a volte proprio con la preparazione offerta da noi, quando non tocchiamo questi aspetti, quando riteniamo che tanto non producano davvero gli effetti che sono fondamentali per mantenere in piedi una vita di coppia che altrimenti si appoggia solo sulle forze umane ed è per questo esposta maggiormente alla crisi”.

La stessa formazione del clero deve partire da questo punto fondamentale: il buon prete sa che bisogna crescere nella comprensione del sacramento del matrimonio e degli effetti della grazia che esso dona ai coniugi: “Se come prete non so rendere attraente il matrimonio sarò io stesso un ostacolo ai fidanzati nel loro comprendere che oltre le emozioni umane c’è qualcosa di molto più alto e grande che non aspetta altro che rivelare tutto il suo splendore e la sua bellezza”. Papa Francesco nel documento, al numero 134, invita ad approfondire questo aspetto e di collocarlo come centrale nella cura della pastorale familiare.

Un’altra sfida dei nostri tempi è indicata con ampiezza dall’esortazione nel capitolo quinto e nel settimo, con il saper riscoprire tutta la bellezza della fecondità dell’amore con il dono dei figli che Dio concede alla coppia. Un percorso famigliare che deve portare a riconoscere attraverso il volto dei genitori quello paterno per eccellenza di Dio da cui tutto arriva. “Una terza avvincente prova di impegno pastorale indicata infine dall”‘Amoris Laetitia” – conclude Bonetti – consiste nel saper trasformare in una liturgia d’amore tutta la vita.

Questo perchè gli sposi possano rendere concreto e visibile attraverso i gesti d’amore di tutti i giorni il grande atto di donazione con cui Cristo ama la sua Chiesa. Non è forse questo il senso dell’atto matrimoniale? Essere sacramento visibile dell’amore divino attraverso i gesti, il linguaggio e la fecondità dell’amore umano. “Desiderare il coniuge come mezzo per desiderare Dio. Il desiderio è un aspetto della vita cristiana che va riscoperto. Il cristiano desidera Dio per essere credente autentico. Io come prete desidero comunicarmi con il Corpo di Cristo quando mi alzo? E’ il mio primo pensiero? E questo vale per tutte le vocazioni, compreso il matrimonio. Amare per godere dell’amore di Dio.”

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