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La vocazione della politica

20 Novembre 2017

Il secondo incontro di “PerCorso” di quest’anno pastorale ha affrontato il tema del servizio della politica inteso come vocazione del fedele laico. Introdotti da un momento di preghiera e dal rimando alla lettera a Diogneto, filo rosso che collega tutti gli incontri di questo ciclo, è stato trasmesso un video realizzato da Claudio Mastrantuono – moderatore della serata – che durante l’estate ha chiesto alla gente comune come è vista la presenta del cristiano in politica.

Il filmato è risultato essere uno specchio interessante e variegato: presentando il pessimismo di alcuni verso la politica che è capace di corrompere, secondo loro, anche la persona più integra a chi riconosceva il bisogno di una importante presenza di politici che agissero ispirati dal vangelo. Tutti gli interventi sottolineavano la difficoltà comunque di questa partecipazione per la complessità della situazione storica e per il degrado morale della società che diventa un veleno per chi si impegni in questo ambito della vita civile senza una forte fede e una grande preparazione.

Il secondo momento della serata ha offerto la testimonianza di Giacomo Devai riguardo il progetto “Lab.ora Mille Giovani” pensato per creare una futura classe dirigente ispirata dalla dottrina cattolica. In dieci incontri che si svolgono in tutto il territorio nazionale per la durata di quattro giorni ciascuno i ragazzi possono confrontarsi con professionisti della politica per conoscere la realtà dell’impegno attivo e arricchirsi della competenza dei tutor fortificando così la propria ispirazione di servizio politico.

La parola è quindi passata al relatore ospite della serata, Paolo Maria Floris, segretario generale del comune di Castelgandolfo. Laureato in scienze politiche presso l’universitaÌ€ “La Sapienza” ed in filosofia presso l’universitaÌ€ “Gregoriana”, catechista degli adulti nella Diocesi di Roma, eÌ€ stato Presidente del Forum delle Famiglie del Lazio e docente della scuola dell’amministrazione del ministero dell’Interno.
L’intervento di Floris ha offerto una sintesi chiara dell’identità europea che nasce dalla filosofia greca, dal diritto latino e dalla trascendenza giudaico–cristiana che si è compiuta in Gesù Cristo. Da questa identità nasce anche il profilo del politico che può davvero essere il motore della polis. Dopo la famiglia intesa come cellula della società ecco arrivare lo stato con il compito primario di intervenire dove il nucleo familiare non può farcela, fondando così il principio di sussidiarietà.

“Oggi viviamo un distacco forte da questa identità, iniziato con Machiavelli – il primo a teorizzare il distacco della morale dall’azione del principe perchè costui deve perseguire il suo fine di controllo e comando sacrificando tutto quello che vi si frappone” – ha continuato Floris durante il suo excursus storico – “con Gramsci si arriva a far coincidere il principe dei secoli passati con il partito, cercando di alleggerire il fine di dominio in chiave idealistica e concependo così il concetto di l’egemonia”. Una scuola di politica che voglia riscoprire la ricchezza della cultura europea e dei suoi fondamenti deve cominciare ad invertire questa tendenza ha auspicato il relatore nella conclusione.

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