A Sanremo, il 5 e il 6 settembre si è incontrata l’equipe di formazione del Seminario Diocesano Pio XI. Il Rettore, a nome del nostro Vescovo Antonio, ha invitato i suoi collaboratori a due giorni di convivenza in seminario per una preparazione accurata e precisa al nuovo anno formativo e per vivere insieme due giornate di riflessione e di preghiera al fine di costruire il necessario clima di unione e di stima reciproca che ci dovrà accompagnare nel cammino educativo che siamo chiamati ad offrire ai seminaristi.
Ha dato inizio ai lavori il nostro Vescovo condividendo con i presenti la grande responsabilità che ognuno ha nell’ambito formativo. Ha richiamato la positività del trasferimento del Seminario a Sanremo sottolineando l’importanza, per il seminarista, di vivere in un ambiente riservato e protetto ed ha espresso il desiderio che continui ad essere “custodito” spiegando esaurientemente il significato di questo termine: una custodia, sull’esempio di Maria che conservava nel silenzio la Parola, il Verbo di Dio; custodia che non è chiusura, che non rende il giovane avulso dalla realtà odierna, ma proprio perché non è nell’occasione di essere “attaccato” da agenti esterni, superficiali, è facilitato ad andare in profondità, all’Essenziale. È indispensabile che l’ambiente del Seminario sia permeato di silenzio e che i seminaristi vivano questa dimensione spirituale che porta a una costante unione con il Signore e alla possibilità di leggere con i Suoi occhi gli avvenimenti quotidiani e soprattutto a viverli nella docilità a tutte le manifestazioni della Sua volontà. A conclusione il Vescovo ha ricordato la necessità che la comunità educativa viva con esemplarità la comunione ed a questo proposito ha invitato a non essere mai difformi negli interventi ai seminaristi ma a dare loro “spettacolo di comunione”.
Terminato l’intervento del Vescovo, il Rettore ha presentato la Regola di vita del Seminario diocesano Pio XI “Salì poi sul monte” sottolineando che la formazione di chi avverte il dono della vocazione è lasciare che la propria vita si configuri al Cristo buon Pastore, per un migliore servizio sacerdotale nella Chiesa e nel mondo. Formarsi al sacerdozio significa abituarsi a dare una risposta personale alla questione fondamentale di Cristo: “Mi ami tu?”. Di seguito ha presentato in forma dettagliata le diverse parti che la compongono. Ognuno ha avuto la possibilità di integrare i diversi articoli della regola con osservazioni personali, con esperienze vissute che hanno arricchito e vivacizzato la relazione.
Al pomeriggio e al giorno dopo si sono susseguiti i diversi formatori presentando la programmazione per i diversi ambiti: il coordinatore della formazione umana, che ha il compito di operare in modo che si instauri un clima comunitario propizio per il processo di maturazione umana dei seminaristi, ha presentato gli obiettivi e le tematiche legate alla loro crescita umana e relazionale che saranno affrontati settimanalmente; mensilmente sarà a disposizione dei giovani anche la figura di uno psicologo.
Il coordinatore della Dimensione pastorale ha ricordato quanto sia importante, perché le esperienze di apostolato siano efficaci e possano rendere i seminaristi idonei al ministero presbiterale, collaborare stabilmente con i Parroci a cui sono affidati pastoralmente.
Il prefetto agli studi, chiamato a progettare il piano degli studi e ad accompagnare e sostenere gli insegnanti nella loro preparazione accademica e nella fedeltà al Magistero, ha evidenziato quale debba essere il comportamento del discente e i contenuti da proporre in questo nuovo anno accademico.
Il Direttore spirituale che anima e guida il cammino vocazionale dei seminaristi specialmente per quanto riguarda la ricerca della volontà di Dio e il discernimento vocazionale, ci ha ricordato, citando il Sinodo sui giovani, che i nostri seminaristi sono i giovani di oggi e che per la loro crescita è opportuno realizzare, in seminario, una casa che diventi sempre più una famiglia.
L’incontro si è concluso con soddisfazione di tutti e con il desiderio di pensare a nuovi momenti di comunione come questo.
Laura Anastasia