“Esci dalla tua Terra e va’ dove ti mostrerò”.
Se dovessi cercare una frase che potesse, in tutta la sua interezza, racchiudere le mie impressioni su questi primi quattro mesi alle ex caserme Gallardi, utilizzerei proprio questa che la Sacra Scrittura ci offre.
Tutto è iniziato con una proposta di sua Ecc.za Mons. Suetta, in cui mi veniva descritta questa famosa realtà e la possibilità di poter farne parte come nuovo educatore.
Caserma militare prima, luogo di emigrazione poi, questo rione di Ventimiglia mi è stato presentato come un terra carica di opportunità, ma anche ricca di Fede semplice ma autentica, che ha trovato il suo fondamento principalmente nelle figure e nelle opere di Suor Eligia, Suor Laura e dei molti sacerdoti e seminaristi che in passato hanno collaborato con queste religiose.
Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno donato la loro vita nel servizio verso il prossimo, nell’Amore e nella Carità del Signore.
Il tempo però ha fatto il suo corso e l’arrivo della Pandemia con la successiva partenza di Suor Laura ha fermato quelle attività, dal catechismo all’Estate Ragazzi, che caratterizzavano la vita della Cappellania “Maria Immacolata” e proprio come le altre comunità cristiane, questa situazione ha costretto a fare i conti con i tanti imprevisti e le altrettante fatiche del caso, tra tutte la distanza forzata.
Ed eccoci arrivati ad oggi e alla proposta che prima descrivevo, come ogni nuovo inizio abbiamo un nuovo Abramo (perdonate l’azzardo nel paragone) chiamato a vivere una partenza verso una terra ricca di incognite, ma allo stesso tempo carica di buone Speranze.
Il saper conciliare la mia vita quotidiana di insegnate con questo nuovo tipo d’incarico ha rappresentato la prima tappa di questo nuovo percorso.
Sabato 26 Febbraio 2022, proprio in occasione del settimo anniversario della dipartita in Cielo di Suor Eligia (prova che la Provvidenza agisce sempre con un chiaro senso) ci siamo subito ritrovati con una festa di Carnevale che ha visto una sentita partecipazione sotto ogni aspetto.
In tutta sincerità le mie aspettative non erano rosee perché nelle due settimane precedenti in cui avevo incominciato a prendere i primi contatti, le mie impressioni personali mi facevano pensare ad un inizio quasi anonimo e silenzioso, a causa anche del periodo post-pandemico.
Ma come sempre il Signore agisce e riesce sempre a stupire!
Da quel momento in poi il viaggio è continuato, ripresentandosi nelle attività già presenti in precedenza, come il doposcuola per i ragazzi, ma anche nelle novità introdotte per animare la vita di Fede dei Gallardini.
Dall’Oratorio Domenicale, passando alla Via Crucis Quaresimale, fino ad arrivare al Santo Rosario recitato nei Sabati sera di Maggio e ultima tra tutte, all’Adorazione guidata in occasione del mese di Giugno dedicato al Sacro Cuore di Gesù.
In tutto questo ovviamente non mi sono mai trovato da solo e lungo il tragitto ho potuto incontrare compagni di viaggio come don Luca Salacca, che per un laico come me, rappresenta un grande esempio di dedizione e presenza costante nel servizio verso il prossimo.
Don Thomas Le Bourhis che ho avuto il piacere d’accompagnare in occasione delle benedizioni negli appartamenti delle ex caserme, dove si è toccata con mano la Fede domestica di questi luoghi, capaci di farti entrare in contatto col gregge del Signore e con quel suo “odore” denso di desideri d’ascolto, vicinanza e preghiera.
Le volontarie più “veterane” cresciute con Suor Eligia e Suor Laura, da cui hanno imparato il valore della sana collaborazione, testimoniandolo a loro volta in tutta la sua pienezza, anche dei confronti del sottoscritto.
I cosiddetti “Giovani Gallardini”, bambini e ragazzi, riuniti in una nutrita e variegata schiera di quindici elementi dai 5 ai 14 anni.
Nella tipica genuinità che li contraddistingue hanno aperto il loro cuore senza riserve, ma anche la loro brillante vitalità (il mio udito può confermare con tutti i pro e i contro del caso) che nella semplicità dei loro anni riesce ancora ad entusiasmare un attempato trentaquattrenne come me.
Insomma la Terra c’è, ma il viaggio continua nella Grazia di poter assaporare ogni giorno la gioia dell’incontro col prossimo con lo sguardo sempre rivolto verso Gesù.
Ci sarebbe ancora molto da scrivere, però mi sembra giusto fermarmi qui, con la convinzione che il nostro cammino sia ancora lungo e ricco di nuovi momenti che possono caratterizzare ancor di più la quotidianità che vi ho raccontato.
Alla luce di tutto ciò offro e condivido con grande felicità questa mia testimonianza, sottolineando l’importanza dell’essere, nell’insieme delle nostre differenze, un popolo unito che cammina con la sicurezza che il seme piantato può crescere e portare molto frutto nella Comunione.
Quindi avanti tutta e come dice il Salmo 133: “Ecco quanto è buono e quanto è soaveche i fratelli vivano insieme!” ovunque e con gratitudine!
P.S. Per tutti coloro che sono interessati ad unirsi a questo viaggio, l’invito è sempre aperto, vi aspettiamo alle Gallardi.
Luca Roic