Il papa ha affidato al nostro vescovo ad alla delegazione italiana che si recherà domani sino al 4 aprile in Iraq una lettera da consegnare ai cristiani perseguitati presenti ad Erbil.
«Mi compiaccio vivamente – scrive il pontefice – per questa iniziativa che esprime amicizia, comunione ecclesiale e vicinanza a tanti fratelli e sorelle, la cui situazione di afflizione e di tribolazione mi addolora profondamente e ci invita a difendere il diritto inalienabile di ogni persona a professare liberamente la propria fede.
Non dobbiamo mai dimenticare il dramma della persecuzione e delle persone che si trovano a vivere nell’insicurezza, nella precarietà, nella povertà, nella impossibilità di assicurare un’adeguata educazione ai propri figli e di accedere alle più elementari e necessarie cure sanitarie. La misericordia ci invita a chinarsi su questi nostri fratelli per asciugare le loro lacrime, per curare le loro ferite fisiche e morali, per consolare i loro cuori affranti e forse smarriti. Non si tratta solo di un atto doveroso di carità, ma di un soccorso al proprio stesso corpo, perchè tutti cristiani, in virtù del medesimo battesimo, sono “uno” in Cristo».