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Pellegrinaggi

Lourdes – il resoconto

18 Febbraio 2019

Si è svolto dallo scorso venerdì a lunedì 11 febbraio il Pellegrinaggio Diocesano in occasione della ricorrenza della prima apparizione a Lourdes. Appuntamento che vede ogni anno, così come anche a giugno per il Pellegrinaggio con gli ammalati, la presenza costante della nostra Chiesa locale.
Lo scorso anno, infatti, la Diocesi di Ventimiglia-San Remo, ha festeggiato il cinquantesimo dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi che, come Bernadette alla Grotta di Massabielle, ritorna in questo luogo per affidare all’intercessione della Vergine Immacolata “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto” (GS 1).

Una quarantina di pellegrini, provenienti da diverse realtà della nostra terra, si sono così affidati alla guida di Francesco Sacco per vivere quei riti e compiere quei gesti che, pur riproponendosi ad ogni visita (la preghiera alla Grotta, la Via Crucis, le Piscine, la Fiaccolata…), ci aprono alla novità dell’incontro con la grazia di Dio.
In questo luogo si sperimenta il valore della semplicità e dell’umiltà; così come è accaduto a Santa Bernadette capace di penetrare il mistero dell’amore divino propio per il suo cuore puro e semplice.

Nei quattro giorni di permanenza al piedi dei Pirenei, in un clima – come spesso accade – variabile ed imprevedibile, oltre ai momenti comunitari di certo ogni pellegrino ha cercato di vivere nel silenzio il personale incontro con la Madre per giungere finalmente così, soprattutto nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione e nella Celebrazione Eucaristica, all’incontro col Signore della nostra vita.
Il tema del 2019, Anno Bernadette, ci spinge a riflettere su una beatitudine: “Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio”. (Luca 6, 20) e sulla promessa fatta dalla Vergine alla veggente: “Non ti prometto di renderti felice in questo mondo, ma nell’altro”.

Questo anno è volutamente legato alla Santa perché ricorre il 175^ della sua nascita ed il 140^ della morte (7 gennaio 1844 – 16 aprile 1879) e forse anche perché lei ha saputo, consapevole che la povertà vera agli occhi di Dio non è quella materiale, ma quella che ci porta a confidare solo in Lui, credere alla Bella Signora che le è apparsa per 18 volte. La sua vita ci appare oggi come una progressiva e fiduciosa consegna alla volontà divina, nella fermezza di una fede limpida e totalmente affidata, pur nelle difficoltà quotidiana ed infine nella sofferenza della malattia, al suo Signore.

Per la nostra Diocesi questa riflessione può essere di guida soprattutto ai giovani troppo spesso non educati a vivere, nella famiglia e nella comunità parrocchiale, i gesti di una fede che rivela la sua profondità anche nella riscoperta delle tradizioni popolari legate in modo particolare ai Santuari mariani.

La preghiera stessa del Rosario (quale ragazzo, quale giovinetta oggi, di fronte ad un evento imprevisto come quello della prima apparizione, metterebbe mano al Rosario per pregare? Ammesso che ne abbia uno in tasca o, perfino, che sappia cos’è e come lo si prega) viene, persino da tanti cristiani, guardato come un residuo di tempi passati.
Lourdes nasconde un segreto per coloro che sanno riconoscere che il limite di un desiderio inappagato di felicità è quell’anfratto nella roccia, quella fessura che rivela non la finzione poetica di un oltre immaginario, ma il luogo dell’incontro con Dio. Lo spazio in cui si colloca l’incontro non con la divina indifferenza, ma con un Padre che ama la sua creatura e la affida alla materna intercessione della Madre celeste.

Antonio Garibaldi

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