In considerazione della difficile situazione nella quale versano migliaia di migranti nei centri di detenzione in Libia, la Chiesa Italiana ha ritenuto urgente intervenire per favorire l’ingresso in Italia di persone particolarmente vulnerabili e garantire loro assistenza e protezione. Nel quadro degli accordi tra Governo Italiano e Conferenza Episcopale Italiana, volti all’apertura di canali sicuri e legali di ingresso in Italia, il 22 dicembre sono arrivate in aereo dalla Li- bia 162 persone. L’associazione Centro Ascolto Caritas di Sanremo ha fornito la sua disponibilità all’accoglienza di un piccolo nucleo familiare presso Casa Papa Francesco a Sanremo. Proprio in concomitanza con le feste natalizie sono arrivati mamma Yordanos con il figlioletto Noh, 27 anni lei e solo 4 lui, di nazionalità eritrea.
Le condizioni del nucleo famigliare all’arrivo a Sanremo erano sicuramente migliori dello standard a cui siamo abituati quando arrivano persone che rag- giungono l’Europa attraversando il mare.
I nostri nuovi ospiti si stanno ambientando e iniziano a fare conoscenza con le altre persone accolte o che frequentano la casa; la madre ha la possibilità di confrontarsi con un’altra giovane mamma ivoriana mentre il bimbo ha già trovato qualche amico con cui giocare.
Sono iniziate tutte le pratiche di screening sanitario, le vaccinazioni e i corsi di alfabetizzazione per la mamma. Nei prossimi giorni verrà istruita la pratica per la richiesta di asilo e il bambino inizierà la scuola.
Durante i primi colloqui è emerso che la ragazza ha un marito in Angola che non vede da molti anni e con il quale spera in futuro di potersi ricongiungere in Italia.
Yordanos ci ha raccontato la terribile realtà delle carceri libiche: case con porte e finestre sbarrate dove si ammassano centinaia di persone, continuamente vendute e comprate da gruppi di trafficanti.
La ragazza ha ricordato, con le lacrime agli occhi, di aver visto mo- rire diverse persone che magari il giorno prima avevano scam- biato con lei e con il suo bimbo una parola di conforto, un gioco o soltanto un sorriso. Tutto questo a causa delle violenze, ma soprattutto a causa delle condi- zioni igienico sanitarie terribili e del pochissimo cibo che viene distribuito.
Dopo queste prime tre settimane la famiglia si è resa conto che ora l’incubo è finito e che San- remo e l’Italia in generale sono luoghi dove si può finalmente provare a vivere serenamente. Questo è un progetto che funziona: vengono «selezionate» le fasce più deboli di migranti cui viene data la possibilità di viaggiare in totale sicurezza ed di essere inseriti subito nel circuito dell’integrazione, con l’obiettivo finale di una totale autonomia. Si tratta di quello che viene chiamato un corridoio umanitario, modalità che consente di evitare i pericolosissimi viaggi con i barconi nel Mediterraneo ed impedire lo sfruttamento dei migranti da parte dei trafficanti.
Si è parlato spesso negli ultimi anni dell’utilità di questo genere di iniziative che ora vengono finalmente messe in pratica.
MARCO MORRAGLIA