Il Santo Padre Francesco, indirizzando il suo messaggio alla Chiesa per la Giornata mondiale missionaria mondiale, che si celebrerà il prossimo 21 ottobre, si è rivolto in modo particolare ai giovani cogliendo la significativa coincidenza dello svolgimento del sinodo dei vescovi sui giovani e il discernimento vocazionale nello stesso mese ottobre interamente dedicato all’impegno dell’animazione missionaria: «Cari giovani, insieme a voi desidero riflettere sulla missione che Gesù ci ha affidato. Rivolgendomi a voi intendo includere tutti i cristiani, che vivono nella Chiesa l’avventura della loro esistenza come figli di Dio. Ciò che mi spinge a parlare a tutti, dialogando con voi, è la certezza che la fede cristiana resta sempre giovane quando si apre alla missione che Cristo ci consegna. L’occasione del Sinodo che celebreremo a Roma nel prossimo mese di ottobre, mese missionario, ci offre l’opportunità di comprendere meglio, alla luce della fede, ciò che il Signore Gesù vuole dire a voi giovani e, attraverso di voi, alle comunità cristiane».
In tale prospettiva desidero anch’io rivolgermi ai fedeli della diocesi affinché nelle parrocchie, nelle associazioni, nei gruppi e movimenti si incrementi soprattutto la preghiera a sostegno dell’attività missionaria della Chiesa e per chiedere al Signore della messe il dono di sante vocazioni al ministero sacro, alla vita consacrata e all’annunzio del Vangelo.
In special modo desidero incoraggiare e promuovere l’iniziativa orante del «Monastero invisibile» che seminario diocesano e il Centro diocesano vocazioni stanno diffondendo.
Raccomando ai giovani la preghiera per il sinodo dei vescovi proprio a loro dedicato e chiedo che la prossima veglia missionaria diocesana veda una buona partecipazione dei giovani e di coloro che ad essi dedicano attenzione, accompagnamento e servizio pastorale.
Mi rivolgo infine ai catechisti affinché non trascurino, specialmente per quanto riguarda la preparazione al sacramento della confermazione, di presentare ai ragazzi la prospettiva vocazionale della vita e della fede soprattutto in vista della testimonianza del vangelo, dell’annunzio missionario e del servizio alla comunità ecclesiale.
È opportuno che in questa dimensione venga collocata la progettazione di adeguati itinerari del «dopo cresima» accompagnando i giovanissimi fedeli ad un autentico e fecondo inserimento nel tessuto ecclesiale curando la direzione spirituale in percorsi personali di preghiera e di discernimento.
+ Antonio Suetta, vescovo