Il tempo che ci separa dalla vicenda umana del martire San Secondo è davvero tanto: circa millesettecento anni. Ma “L’esperienza del martirio – dice mons. Vittorio Lupi, Vescovo di Savona-Noli che presiede la celebrazione del Patrono diocesano – segue la vita della Chiesa per tutta la durata della sua storia. Dal primo martire fino ad oggi, possiamo affermare che non c’è periodo che non abbia avuto le sue persecuzioni ed i suoi martiri”. La festa di San Secondo ha visto, a fianco di mons. Suetta, la presenza di mons. Lupi, già vicario della nostra Diocesi, e del Capitolo della Cattedrale. Sono intervenuti anche alcuni sacerdoti della cittadina di Salussola (l’antica Vittimulo, luogo del martirio di San Secondo) in provincia di Biella.
Con una parola forte “don” Vittorio, ricordando che anche il nostro tempo, così come il secolo passato, è ricco di martiri, ha richiamato i presenti ad interrogarsi sul valore e sul senso del nostro battesimo. “Lasciamo che questa loro testimonianza ci interpelli, ci faccia capire quanto siamo lontani da una vita cristiana autentica. Quale testimonianza per la nostra vita borghese, per la nostra fede comoda!”.
Davvero abbiamo bisogno di guardare a questi fratelli e sorelle che oggi, in tanti paesi dell’Africa e dell’Asia testimoniano la fede a costo della vita, anche per ricordare che il martirio vero è frutto dell’amore e di una fedeltà totale a Cristo. Non sono certo martiri quelli che uccidono in nome di un dio falso e sanguinario e pretendono di costruire il futuro sul sangue innocente. Ma il bene, come sempre, non fa notizia.
Per questo acquista un grande significato la lettera che Papa Francesco ha inviato al nostro Vescovo, mons. Antonio Suetta, per ringraziare tutti coloro che si adoperano in favore dei migranti e dei profughi. All’inizio della celebrazione per il Patrono il Vescovo Antonio ha voluto leggerla anche per dire grazie a tutti coloro che, in Ventimiglia, con autentica carità cristiana, si sforzano di aiutare coloro che bussano alla nostra porta. Forse oggi san Secondo, che veniva dalla Tebaide (regione a cavallo fra Egitto e Sudan) sarebbe stato imbarcato su un aereo e… rimpatriato. Invece questo soldato e tutta la sua Legione, capitanata da San Maurizio, ha offerto una testimonianza di fede al Vangelo che ancora oggi resta valida e decisiva. Tanto che mons. Lupi, ricordando alcune figure significative di martiri dei nostri giorni invita la città ad accogliere il compito che la provvidenza ha affidato. “Quale è il nostro martirio, la testimonianza che dobbiamo vivere e donare oggi?”. Partendo proprio dalle parole che il Papa ha pronunciato tante volte sulle opere di misericordia, ricordando che su queste – lo ha detto chiaramente Gesù – saremo giudicati, ha aggiunto e concluso: “Ventimiglia sta vivendo una stagione importante: un momento in cui si apre ad una grande opera di misericordia alloggiare i pellegrini, i profughi, i rifugiati, i migranti. Come tutte le opere di misericordia non è una cosa facile, comporta mille problemi, mille difficoltà e fatiche. E’ una opportunità offerta dalla Provvidenza: ci sono a volte delle vocazioni comunitarie…”
Chiamati quindi a testimoniare la fede non solo con dei riti, non perché conserviamo tradizioni ingessate e talvolta persino insignificanti e sterili, ma capaci di comprendere il tempo nel quale viviamo perché aperti alla speranza che cristiana che accetta anche il martirio per portare frutto.
Al termine della celebrazione la consegna del San Segundin d’argento che quest’anno è stato assegnato a Gianfranco Maccario imprenditore e mecenate che si è dichiarato sorpreso di questo riconoscimento ringraziando con poche e commosse parole i concittadini e le autorità presenti.
Nel pomeriggio si è svolta la tradizionale processione con la reliquia del Santo.
Antonio Garibaldi
Ventimiglia, 26 agosto 2016