Monsignor Suetta ha presieduto alle ore 18 di Giovedì Santo in Basilica Concattedrale di San Siro in San Remo la Celebrazione dell’Eucaristia nella Cena del Signore, con grande partecipazione di fedeli.
Prima dell’omelia il vescovo ha voluto ringraziare il parroco, monsignor Alvise Lanteri per aver accettato di servire la diocesi come nuovo vicario generale.
«Entriamo nel cuore dell’anno liturgico – così ha aperto la riflessione sulla parola di Dio il presule – che ci aiuta e ci accompagna a introdurci nel mistero della passione, morte e risurrezione del Signore con una passione cronologica, non solo facendo ricordare, ma facendo rivivere questi momenti, facendoli diventare vita della nostra vita. Possiamo pensare che le parole e i gesti di una persona che è consapevole e ormai prossima al momento del passaggio definitivo e della morte non siano passaggi superficiali, bensì assolutamente intensi.
Al termine dell’ultima cena Gesù depone le vesti, si cinge di un asciugatoio e facendo quello che facevano gli schiavi ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Il gesto di Gesù non è stato solo un gesto di addio, bensì il suo dono più grande che ci ha lasciato. Riconduciamo questo dono al servizio e alla carità vicendevole. Il gesto ci richiama la carità di Dio. Il gesto di togliersi le vesti e riprenderle, anch’esso è stato un gesto che aveva da dire qualcosa “Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.” (Gv 10, 17-18).
Pietro non capiva: “Lo capirai più tardi quello che sto facendo”, gli disse il Signore. Pietro non è stato vicino a Gesù perchè ha avuto paura, ma sapeva a cosa egli andava incontro. Erede della sua vita e della sua gioia. Il Vangelo ci ricorda qualcosa di grande e tragico allo stesso tempo. Il Vangelo ci dice: “Quando il diavolo aveva già messo nel cuore a Giuda di tradirlo”. Dio pone l’uomo come custode della sua casa ed è storia di gloria, anche momenti di tenebra: Adamo disobbedisce, ma Dio cerca l’uomo, gli riconosce la signoria che l’uomo è immagine e somiglianza sua e gli lava i piedi»
Il vescovo ha poi ricordato che la lavanda dei piedi è un gesto della Misericordia: «Abbassa gli occhi e troverai Cristo ai tuoi piedi a lavarli. Se tu non accetterai la logica e il gesto della lavanda non avrai parte alla sua eredità.
Il Vangelo racconta che Giuda vende e consegna Gesù. E Gesù il giorno prima consegna il sacrificio. Oggi è qui ed è per voi. “Nessuno mi toglie la vita. Sono io che la tolgo e la riprendo”. Per avere parte alla sua vita, per gustare il dono di questa sera, dobbiamo abbassare gli occhi e riconoscere lo sguardo della misericordia che ci viene incontro».