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Vescovo

Omelia del Vescovo Antonio per l’Epifania

7 Gennaio 2018

Il viaggio è metafora della vita, del suo desiderio e della sua fatica. Una stella risplende sul cammino dell’uomo ed esprime due fondamentali dimensioni: una interiore e permanente l’altra è legata a circostanze ed eventi dell’esistenza.
Così i Magi, che dall’Oriente sono giunti ai piedi di Gesù Bambino, hanno colto un segno straordinario nel cielo e si sono lasciati condurre da un fuoco ardente nel cuore.
È il Vangelo a dircelo, pur nella scarna essenzialità del racconto: essi riferiscono di “aver visto spuntare una stella” (cfr. Mt 2, 2), mentre l’evangelista ci informa che, giunti finalmente a Gerusalemme, “gioirono al vedere la stella” (cfr. Mt 2, 10).

L’astro visto nel suo sorgere ha fatto brillare la luce del cuore non svolgendo una funzione depersonalizzante di “navigatore” ante litteram, ma piuttosto facendo loro decifrare l’invito del profeta rivolto a tutti: “alzati, rivestiti di luce perché viene la tua luce” ( Is 60, 1).
La scintilla nel cuore è costitutivo essenziale dell’uomo come lo descrive il Genesi parlando di anima (neshamà), e cioè un desiderio insopprimibile di vita, di bene e di senso. Desiderio variamente declinato nel viaggio, talvolta purtroppo vagabondaggio, che trova finalmente piena corrispondenza soltanto quando ai suoi occhi risplende “la luce vera, che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).

Nella epifania del Signore, essenza profonda del suo Natale, si rinnova per noi l’antico invito rivolto ad Abramo: “parti, vattene…” (Gen 12, 1); ma dove? Non tanto verso un luogo geografico, quanto piuttosto dentro di te, verso il tuo cuore. Lascia affiorare la domanda e, disarmato, “guarda, sii raggiante… lascia dilatare e palpitare il tuo cuore” (cfr. Is 60, 5).
Il viaggio dell’uomo incrocia il viaggio di Dio: è una delle prime immagini del vangelo: un Dio in cammino, che, passo dopo passo, si fa più vicino.
Ci muoviamo su strade destinate a incrociarsi. Strade, le nostre, che molto spesso portano i segni di un allontanamento, di una distanza.
Dio si fa ricerca. Ricerca dell’uomo, che si affanna a cercare la gioia, la pace, la sicurezza, la verità.

Giorno di grande esultanza l’Epifania; risalta come nessuno sia escluso dal desiderio di Dio: il popolo eletto, i pagani, i lontani, i poveri, gli smarriti di cuore… proprio nessuno.
A noi, cercati e trovati da Dio, la manifestazione del Signore riaccenda in cuore rinnovata capacità di dialogo e confronto “pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in noi” (1 Pt3, 15), debitori della grande luce della fede verso tutte le persone smarrite che incrociano la nostra strada. Riaccenda nel cuore e nella mente la passione di indagare il mistero della vita alla luce di Dio. Ci convinca ancora una volta, e sempre di più, che non può essere il mondo a giudicare la fede, ma piuttosto la fede a giudicare il mondo. Ci ricolmi di gioiosa franchezza nelle persecuzioni o emarginazioni per il Vangelo e ci spinga ad annunciarlo con generosità a chi non lo conosce o lo ha sepolto nell’indifferenza del “già visto”.

Ci insegni infine a “far ritorno per un’altra strada” (cfr. Mt 2, 12) quando circostanze e sfide nuove chiedono alla fantasia di rendersi costantemente docile al soffio dello Spirito e ai misteriosi e imperscrutabili disegni di Dio.

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