Perché tante persone si mettono ancora oggi in viaggio per i luoghi di pellegrinaggio?
Le scienze umane danno risposte interessanti che si fermano però a considerare solo l’aspetto sociologico o psicologico. Sono capaci di comprendere come ci sia in noi un senso religioso che appare quasi innato, ma racchiuso in una prospettiva orizzontale e irrisolvibile. La risposta vera in realtà è compresa solo dalla gente semplice che con uno sguardo profondo di fede riesce a comprendere, ben più dei
sapienti, quei segni straordinari che anche a Lourdes si sono manifestati.
Non è secondario il fatto che proprio Maria, donna umile e semplice, sia colei che si fa intermediaria per accompagnare ognuno di noi all’incontro col Signore.
Il pellegrinaggio diocesano che si è concluso proprio ieri ha visto la presenza di una ottantina di persone e di alcuni sacerdoti provenienti dalle diverse realtà della nostra chiesa locale. Il tema proposto alla riflessione dei fedeli è un passaggio del Magnificat, «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente», che riecheggia nella vita di Maria, ma anche in quella di Bernadette e di tutti coloro che il Signore sceglie per rivelare il suo amore.
Non possiamo come cristiani, e lo ha ricordato il vescovo nella catechesi di venerdì pomeriggio sul libro della Genesi, dimenticare che siamo sempre alla ricerca di un oltre, di un «di più» che dia senso alla nostra vita.
«Anche di fronte al raggiungimento degli obiettivi che ci proponiamo nella nostra vita, ci accorgiamo che manca qualcosa». Il desiderio di infinito che dice la nostra creaturalità può essere colmato solo da quella consegna totale che avviene attraverso una fede semplice ed umile. «Come i piccoli uccellini che, nel nido, attendono con la gola aperta di essere nutriti, così siamo noi» ha detto il vescovo Suetta, per indicare la nostra fame di verità e di bene.
La nostra vita è un pellegrinaggio verso una meta che spesso ci sembra troppo lontana a causa dei nostri limiti. A Lourdes, come in altri santuari, possiamo comprendere con gli occhi della fede che il cielo e la terra si toccano solo quando siamo capaci di farci disponibili all’ascolto. Solo allora il Signore potrà fare cose grandi anche nella nostra povertà, anzi solo attraverso quella povertà che si fa disponibilità ad accogliere l’invito di Maria: «Fate quello che lui vi dirà».
Solo chi affronta il pellegrinaggio, come la vita, per cercare il Signore lo troverà, e con Lui ritroverà anche se stesso e darà senso a quel bisogno di felicità che porta nel cuore.