Un incontro volto a scardinare pregiudizi e luoghi comuni su come viene letta la famiglia musulmana dalla cultura occidentale: questa è stata la linea scelta da Ilhamallah Chiara Ferrero, segretario generale della comunità islamica italiana, che ha partecipato all’incontro di «Percorso» di martedì scorso a villa Giovanna d’Arco. Occasione utile anche per incontrarsi con i membri della comunità musulmana di Ventimiglia presenti all’evento della scuola di formazione alla vita politica.
«Noi islamici avvertiamo in questa società secolarizzata le stesse difficoltà che vediamo segnalate dai cattolici: dalla crisi della visione comune del bene, che oggi è sempre più soggettivo, e un impoverimento dei rapporti e delle identità, perchè anche nell’Islam ci sono persone che si professano a voce ma che nella vita non praticano.
Inoltre nella nostra riflessione tradizionale mancano categorie di confronto con la secolarizzazione e l’ateismo che possono acutizzare questi problemi». Ma a parte le difficoltà l’atteggiamento della dottoressa Ferrero è positivo: «Fa sorridere che si chieda alle fedi religiose di dare appoggio alle visioni moderne della famiglia e delle relazioni affettive. La fede protegge il deposito divino che ha ricevuto e non può modificarlo, proprio perchè essa esiste per difenderlo. E per l’Islam ogni relazione, ma soprattutto la famiglia fondata sul matrimonio, è lo strumento che permette di percepire l’amore di Dio». Nell’incontro con il pubblico sono state utili le risposte della relatrice per rivedere alcuni preconcetti sull’Islam. «La poligamia è quasi in disuso ormai e, dove ancora si trova, esistono norme di tutela per le donne e i loro diritti.
Come è facile tacciare di iper controllo l’uomo che accompagna sempre la donna: in alcune tradizioni uomini e donne vivono per molto tempo separati e, quando possibile, desiderano condividere insieme ogni momento».