Sotto lo sguardo della Madonna Miracolosa di Taggia, nella serata della scorsa domenica, il nostro Vescovo ha concluso il Mese Mariano che lo ha visto pellegrino nei Santuari della Diocesi per la recita del Santo Rosario. In un clima di semplicità e raccoglimento i fedeli, sempre in maggior numero a partire già dal 18 di maggio, hanno accolto ed accompagnato questa iniziativa testimoniando che non serve inventare cose nuove per trovarsi raccolti nella preghiera. Il Mese Mariano, pur nelle restrizioni e nei timori che ci hanno accompagnato in questo periodo, ci ha insegnato che la prima forma di catechesi passa attraverso quelle preghiere “semplici” che la Tradizione ha consegnato alla Chiesa e che, molto spesso, facciamo fatica a consegnare alle future generazioni. Siamo in un’epoca che pone molta attenzione ai metodi ed ai linguaggi della comunicazione, cosa opportuna in un tempo che cambia. Col limite però di non dare più quel rilievo e quel valore che l’esperienza credente di tanti secoli ha insegnato a noi tutti.
Così il valore dei luoghi: i nostri Santuari, memoria viva della nostra storia; la profondità della Fede: legame condiviso di un’identità che ci costituisce figli in Cristo; il legame con la Chiesa: nell’affidamento a Maria nostra sorella e madre.
In questo tempo abbiamo forse imparato di nuovo a pregare il Rosario in famiglia, vivendo l’isolamento come un’opportunità di crescita personale quando, attraverso i mezzi di comunicazione, abbiamo “visitato” i tanti Santuari che popolano il nostro Paese. Con cuore sincero, in modo particolare nei giorni più bui dei mesi passati, tutti abbiamo cercato conforto nella preghiera invocando Maria. Non dimentichiamo di invocarla ancora, Madre e Fiducia nostra, ogni giorno della nostra vita.
Antonio Garibaldi